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Innovazione, smart-city e chatGPT

Meno male che è tornato ChatGPT, almeno parlo con qualcuno che risponde in modo pertinente, come dicevo.

Oggi gli ho fatto due domande sulla smart-city e mi aspettavo delle risposte tecniche, ma l’IA mi ha risposto benissimo rifacendosi quasi ai fondamenti della progettazione sociale, ovvero al tenere in considerazione il contesto di applicazione e a valutare l’impatto sulla comunità.

Quindi le competenze di un assessore all’innovazione digitale e alla smart-city, benché necessariamente imbibite di cultura tecnologica, riguardano soprattutto la sua visione di progresso territoriale e la sua capacità di stabilire delle linee progettuali dentro la complessità degli ecosistemi, con attori umani e oggettuali.

Encomiabile.

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*Come trasformare una città in una smart-city?*

La trasformazione di una città in una smart city richiede una pianificazione e una strategia a lungo termine. I primi passi da compiere potrebbero includere:

• Definire la visione e gli obiettivi della smart city: la definizione di una visione e degli obiettivi chiari e specifici è essenziale per orientare la trasformazione e garantire che tutti i progetti futuri siano allineati con questi obiettivi.
• Identificare i problemi della città: il primo passo consiste nell’identificare i problemi che la città deve affrontare, come la congestione del traffico, l’inquinamento atmosferico, la mancanza di spazi verdi, il consumo energetico eccessivo, la sicurezza, etc.
• Coinvolgere gli stakeholder: coinvolgere tutte le parti interessate, come cittadini, aziende, istituzioni pubbliche e private, università, al fine di creare una comunità consapevole e partecipe. Coinvolgere la comunità locale nella pianificazione della smart city è fondamentale. Ciò può essere fatto attraverso forum pubblici, sondaggi online o incontri con le parti interessate.
• Valutare le risorse: identificare le risorse disponibili per finanziare il progetto e determinare i costi iniziali e a lungo termine. Esaminare le tecnologie disponibili per le smart city – valutazione dell’infrastruttura esistente della città, come la connettività Internet, l’energia e i sistemi di trasporto – e valutare quale di esse è adatta alle esigenze della città.
• Sviluppare una strategia: sviluppare una strategia a lungo termine che definisca gli obiettivi della smart city, le priorità, le attività e i tempi di attuazione.
• Pianificare l’infrastruttura tecnologica smart: pianificare l’infrastruttura tecnologica necessaria, come reti di comunicazione avanzate, sensori, dispositivi IoT, software di gestione dati, etc., è un passo fondamentale per la trasformazione in una smart city.
• Implementare progetti pilota: per dimostrare i benefici delle tecnologie smart city, è importante implementare progetti pilota in aree specifiche della città. Ciò può aiutare a identificare le sfide e le opportunità per la futura implementazione della smart city.
• Sviluppare una strategia a lungo termine: creare una strategia a lungo termine per la smart city, che includa obiettivi chiari, pianificazione finanziaria e un piano di implementazione graduale. Analisi dei dati, il coinvolgimento della comunità e il feedback degli utenti.
• Valutare i risultati: valutare i risultati dei progetti pilota e rivedere la strategia se necessario. Rendere i dati accessibili: la raccolta e l’analisi dei dati sono essenziali per la gestione delle smart city. È importante che i dati siano facilmente accessibili e utilizzabili da parte dei cittadini, delle imprese e delle organizzazioni pubbliche.
• Implementare le soluzioni: implementare le soluzioni selezionate in modo graduale e continuativo, al fine di garantire un’evoluzione costante della città verso l’obiettivo di smart city. È importante notare che la trasformazione in smart city non può essere raggiunta in un solo passo. È un processo graduale che richiede impegno e partecipazione costante e collaborazione di tutte le parti interessate.

*Cosa deve fare un assessore all’innovazione?*

Come suggerisce il titolo, un assessore all’innovazione è responsabile di promuovere l’innovazione all’interno di una specifica area geografica, come una città o una regione. In particolare, l’assessore all’innovazione deve:

• Sviluppare e implementare strategie per promuovere l’innovazione e la tecnologia nella comunità di riferimento;
• Identificare le aree di opportunità per l’innovazione, sia a livello tecnologico che sociale, e lavorare per creare le condizioni per l’innovazione in tali aree;
• Lavorare con le imprese e le istituzioni locali per incentivare l’adozione di tecnologie innovative e creare nuove opportunità di lavoro;
• Promuovere l’alfabetizzazione digitale e tecnologica nella comunità, attraverso programmi di formazione e di sensibilizzazione;
• Collaborare con università e centri di ricerca per favorire la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie;
• Sostenere l’implementazione di politiche pubbliche che promuovano l’innovazione, come l’accesso a finanziamenti per le startup innovative o la creazione di parchi tecnologici.
• In generale, l’obiettivo dell’assessore all’innovazione è quello di creare un ambiente favorevole all’innovazione e alla tecnologia, che possa attrarre investimenti e talenti, generando nuove opportunità per la comunità locale.

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Alcuni autori e opere in lingua italiana – con l’asterisco quelli che ho letto – che trattano il tema delle smart-city sono:

Carlo Ratti – “La città del futuro” (2016) *
Fiorella De Cindio – “Smart City e tecnologie urbane” (2017) *
Francesco Lapenta – “Smart City: Città Intelligenti, Tecnologie e Nuovi Servizi” (2015)
Andrea Caragliu, Chiara Del Bo e Peter Nijkamp – “Smart Cities in Europe” (2011)
Stefano Stortone – “Smart City: un’opportunità per la città del futuro” (2014)
Alessandro Carlucci e Luca Mannella – “Smart City: la città del futuro. Una nuova opportunità per lo sviluppo urbano sostenibile” (2014) *
Roberto Masiero – “Smart City. Innovazione e sostenibilità nelle città intelligenti” (2016) *
Andrea Bifulco – “Smart City: il governo delle città tra tecnologia e diritti” (2018)
Lorenzo Bonoli – “Smart City. La città intelligente che cambia il mondo” (2018) *

Pignarul 2023

Pettinare i flussi cittadini

In una città completamente sensorizzata (intendo smart lato hardware) dove tutti i dati vengono pettinati raccolti e acconciati da algoritmi e intelligenze artificiali diventa piuttosto semplice stabilire dove sono i nodi dei flussi di materia, energia, informazioni ovvero di merci e rifiuti (input e output), luoghi di produzione e richiesta energetica, dati e persone che ricordiamoci sempre sono come la pila Duracell di Matrix.

Questa non è politica, è amministrazione.

Guardare i dati complessivi su una city dashboard in tempo reale dev’essere interessante, senza dubbio. Poi si dipingono tre o trecento scenari, e si prova a vedere come i colli di bottiglia gli ingorghi i pasticci amministrativi potrebbero essere risolti, intervenendo qui e là grazie alle indicazioni degli algoritmi mediate dalle considerazioni che emergono dai luoghi partecipativi territoriali su piattaforme comunali, come se fosse da temporizzare un semaforo o calibrare la frequenza di passaggio degli autobus su certe zone, quando in realtà si potrebbe intervenire su questioni molto più complesse, avendo ferma la risonanza ecosistemica di ogni possibile decisione nel suo propagarsi nel funzionamento complessivo – perché complesso – della macchina amministrativa e del territorio.

Portone Jannis

De Jannis narratur

Portone Jannis

Mio padre ha un cognome diverso dal mio.

Qualcuno erudito quanto faceto penserà subito che “mater semper certa est, pater numquam”, ma vi garantisco che non è il caso.

Perché mio padre Italo è del 1935, va per gli 87 anni, sta benino e vi saluta. Quando nacque ci trovavamo in pieno periodo fascista, e forse ligio alle fascistissime leggi della normalizzazione alla lingua italiana era al tempo l’addetto all’anagrafe a Tricesimo – in Friuli abbiamo casi eclatanti e vergognosi di italianizzazione forzata di cognomi e toponimi. Quella J non andava proprio.

Nel corso degli ultimi trent’anni circa a mio padre è appunto venuta – e ora invecchiando viene anche a me – la curiosità di conoscere qualcosa della nostra genealogia, la storia del nostro cognome Jannis (sempre mio padre insistette all’anagrafe nel 1967 affinché con me tutto tornasse alla dicitura originaria, attestata).

Attenzione. Ci sono pochi Jannis in Italia.

A giudizio dell’una volta famoso sito Cognomix, che credo anni fa ricavasse le frequenze statistiche della diffusione dei cognomi in Italia dagli elenchi telefonici e ora non so, ci sono solo otto famiglie con questo cognome, di cui sei in Friuli e altre due in Lombardia; queste ultime sono formate da friulani emigrati dopo la seconda guerra mondiale, conosciamo i nomi e tutto può essere tracciato a partire da alcuni fratelli di mio nonno.

Curioso anche che sempre Cognomix dica che non ci sono in Italia famiglie che si chiamano Iannis (ma ce ne sono, e qui intorno siamo rami dello stesso albero).

Perché uno pensa che da Joannes latino o Jannis greco (Giovanni) sarebbero dovute giungere fino a noi molte famiglie con questo cognome, e invece niente. C’è qualche Janni, molti Ianni, questo sì.

Ma Jannis siamo solo noi.

C’era uno zio di mio padre che si dilettava di fantagenealogie: secondo lui la provenienza della nostra schiatta derivava o da un ambasciatore polacco giunto qui verso il Trecento per prestare servizio presso la Serenissima Venezia (ipotesi considerata minoritaria), oppure da un clan di allevatori di cavalli magiari, emigrati verso ovest dalla attuale puszta ungherese, sempre nei primi secoli dopo il Mille. Quest’ultima più romantica congettura ha sempre riscosso maggior credito in famiglia, anche perché corroborata dal fatto che gli Jannis hanno per secoli avuto a che fare con i cavalli, allevamento e commercio. Tradizione proseguita nel tempo fino a giungere a mio nonno Antonio detto Bepi e ai suoi fratelli, che avevano una macelleria di carne equina a Tricesimo: poi prima i fascisti e poi i partigiani gli hanno ripulito il negozio, costringendo tutti a dichiarare fallimento.

Peraltro nelle famose guerre e baruffe tra Zamberlani e Strumieri, ovvero nelle lotte di classe seguite all’occupazione del Friuli patriarcale e di Udine da parte di Venezia nel 1420 – resta famoso l’episodio della Crudêl Joibe Grasse del 1511 – gli Jannis sono annoverati ovviamente a fianco dei Savorgnan, quindi zamberlani in quanto commercianti e borghesi filo-veneziani, contrapposti alla nobiltà castellana di estrazione feudale.

Il nucleo abitativo storico degli Jannis pare fosse Adorgnano di Tricesimo: nella foto potete vedere il tuttora colà esistente portone in ferro battuto di fine Ottocento, dove la Pace e la Giustizia si baciano.

Oltre alle molte iscrizioni presenti nella tomba di famiglia a Tricesimo dove troviamo molti Nicolò e Francesco e Luigi e Teresa e Lucia e Giacomo e Vincenzo e Giovan Battista a partire da fine Settecento, queste sono le informazioni raccolte da mio padre nel corso degli anni.

1426 – “recevei da Colau Iani di Adorgnan per l lira di vueli, sol. V” (registro in friulano della Confratemita di S. Maria di Tricesimo).

1467 – “Janis de Adorgnan per fit de l’anno presente e del prossimo passato, paga star l de forment alla confraternita dei Santi Fabiano e Sebastiano di Tricesimo.

1534, 28 aprile – divisione dei beni tra Giovanni, Leonardo, e Andrea fratelli e figli del qm. Giacomo Ianis di Adorgnano.

1559 — Leonardo Ianis, di Adorgnano, abitante in Tricesimo.

1670 — pre’ Domenico Janis di Adorgnano

1681, 1 febbraio — muore nel paese di Aiello, a 30 anni di età, Paolo Janis di Adorgnano che viveva in quel villaggio facendo i mestieri di marangone e vassellaro (dal friulano antico “vassielâr” ovvero costruttore di botti per vino). A Paderno, vicino Udine, si era sposato con Menica Occhiali

1685 – Valentino Jannis, notaio in Tricesimo.

1750 — il sacerdote “pre’ Nicolaus Jannis de Adorgnano”.

Per la spiegazione si dovrebbe partire da Ian, forse abbreviazione di Gianni/Giovanni (che in friulano però era ed è Zuan) oppure di Cancian, nome molto usato in Friuli.Tuttavia Ian era anche antico nome femminile {forse in questo caso abbreviazione dell’antica forma obliqua friulana in -an del nome Lucia e cioè Luciàn), come testimoniato nel “Catapàn” di Pagnacco (obituario e registro catastale medievale)

1320 — obiit in Christo Georgius filius Georgii de Coll Grion et Ian mater eius”.

Ian era anche madre di Domenico che nel Catapan viene sempre denominato “Domeni Ian”.

Nel detto registro, che riporta anche parti scritte in friulano medioevale, si ricordano ad esempio Leonarda fila Domeni Iani, Chatarina e Zorzo fradis e fiis de Domeni Ian, Zulian figl de Domeni Ian de Pagnà, Nicolao e Catarùs nevodi de Domeni Iani, Zorzo fiol de Zuan .. e nevot de Domeni Ian”.

Quindi, in questo caso, Domeni ha assunto (oppure ha ricevuto come soprannome) il nome di sua madre Ian, per essere chiaramente identificato tra i vari Domeni del paese. In seguito, nel corso dei secoli, è diventato cognome trasmettendosi a figli e nipoti.

Il suffisso finale in -is (nel medioevo usato per i nomi maschili: es. Menis, Petris, Jacomis, ma anche nei nomi di persona femminili: Margaris, da Margherita, Vignudìs, da Vignuda, ecc.) indica una forma diminutiva ma anche, secondo autorevoli studiosi, un rapporto di parentela.

Per Adorgnano, sulla base delle attestazioni conosciute, il suffisso -is risulterebbe aggiunto tra glianni 1426 e 1467

Bibliografia

Giovanni Fantini, ricerche di Archivio sui cognomi del Friuli (ancora in corso)

Carla Marcato, “Profilo di antroponimia frulana”. ediz, 2010

Maruela Betramini, Flavia De Vitt, “I Catapan di Pagnacco. 1318 — 1589”, ediz. 2012

Critica della democrazia digitale, con Fabio Chiusi

reblogLa democrazia è una tecnologia. Un artefatto concettuale, che poi diventa metodo e prassi. Strumento di civiltà che la collettività sceglie da sé, per sé stessa. Qualcosa che abbiamo inventato progettato e cerchiamo di applicare, su cui possiamo intervenire per migliorarla. Un modo storico per garantire una maggiore qualità dell’Abitare, seguendo certi valori che riteniamo prioritari. Nel tempo, cambiano i valori, cambiano i modi. Oggi si parla di democrazia digitale. E forse la narrazione di queste nuove forme di partecipazione e rappresentatività e decisionalità merita uno sguardo capace di discernere, una critica.

Per Vicino/lontano e Friuli Future Forum domani alle 18.00 alla Libreria Tarantola a Udine chiedo a Fabio Chiusi di raccontare ombre e luci di una innovazione tecnosociale che riguarda tutti noi.

vicinolontano.it/eventi/critica-della-democrazia-digitale/

Wifi comunitario, libero

Alla base c’è una legge italiana, il Decreto legislativo n. 70 del maggio 2012, riguardo il codice delle comunicazioni elettroniche in attuazione delle direttive europee.
La questione è quella del wifi libero in Italia, che dopo l anon-proroga della Pisanu ha ritrovato un po’ di vita, anche se le autenticazioni avvengono sempre nei locali pubblici tramite invio di password su cellulare, il quale cellulare in Italia è attivato con una SIM individuale e registrata (altrove no), e quindi siamo sempre nella tracciabilità.
Ma ora si possono fare collegamenti tra privati su determinate onde radio, e quest non prevedono autorizzazioni, e sono libere.
Metto dei link
Così come in tutto il resto dell’Europa, i collegamenti radio tra privati sulle frequenze collettive (2.4 GHz, 5 GHz, 17 GHz) sono stati liberalizzati dal nuovo codice delle comunicazioni elettroniche entrato in vigore a giugno 2012, così come recita il sito dell’ispettorato delle comunicazioni della Liguria:

“Uso privato: non è prevista alcuna autorizzazione. Le apparecchiature sono comprese in quelle previste di libero uso ai sensi dell’art. 105, comma 1, lettera b del D.Lgs. 259/2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche), così come modificato dall’art. 70 del D.Lgs. 70/2012.”

Più specificamente, il Decreto Legislativo 28 maggio 2012, n. 70 ha modificato il D.Lgs. 259/2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche), a seguito del recepimento delle direttive europee 2009/140/CE e 2009/136/CE. A partire dall’entrata in vigore del Decreto (1 giugno 2012), non sono più soggette ad autorizzazione le reti RadioLAN-HiperLAN (wi-fi) ad uso privato, anche nel caso transitino al di fuori del proprio fondo.
Anche condividere la propria connessione WI-FI liberamente non è più illegale da quando il decreto Pisanu, che imponeva pesanti restrizioni e condizioni all’accesso ad internet, non è stato prorogato.

Jannis on TV

Un raggiungimento di un traguardo professionale, per me. E ovviamente uno sprone a continuare a fare quello che faccio dal 1996, ovvero parlare scrivere e raccontare il cambiamento sociale indotto dalla Cultura digitale. Non so se ci riuscirò, a continuare, ma mi piacerebbe. E questo vale come augurio a me stesso, per il 2013.
A questo indirizzo, oppure qui a destra sul blog, trovate tutte le trasmissioni che ho scritto e condotto per Telefriuli, come iniziativa legata a #udinesmart, il convegno promosso dal Comune di Udine in dicembre 2012, dove ho collaborato come coordinatore del comitato tecnico scientifico.
Il programma televisivo si chiama “Non è mai troppo digital”, giusto per riprendere quel maestro Manzi che alfabetizzò l’Italia negli anni Sessanta. Nove pillole di Cultura digitale, ogni puntata dura all’incirca sette minuti.

Open Udine

Era una delle portate più sostanziose, presentata alla cittadinanza durante il convegno #udinesmart.
Udine è la prima città in Italia a essere completamente trasparente, ovvero monitorabile dagli interessati.
La piattaforma è OpenMunicipio, l’indirizzo è udine.openmunicipio.it
Ci si iscrive, e dovrebbero farlo secondo me almeno mille udinesi, l’un per cento della popolazione residente, poi si clicca qua e là per restare aggiornati sugli atti e le delibere comunali, oppure sulle attività di un determinato amministratore.
Si tratta di un punto di arrivo importante, a quindici anni dalla legge Bassanini, un segno tangibile del cambiamento della PA rispetto alla comunicazione istituzione-cittadini. E costituisce un punto di partenza per una pubblica amministrazione condivisa e collaborativa, un’ideale di trasparenza che ora tutti noi dobbiamo saper mettere a frutto, perché in fin dei conti parliamo di cosa pubblica.
I documenti consultabili (atti, delibere, mozioni, etc.) sono però in formato proprietario .doc, e non credo la cosa sia corretta, secondo le stesse indicazioni del Codice dell’Amministrazione Digitale.

#udinesmart

Lo scorso anno avevamo organizzato un Udine Barcamp, per fare emergere idee e soprattutto seminare reti relazionali tra persone che erano professionalmente interessate a tematiche affini, riferite alle novità delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, alle nuove possibilità di immaginare una Udine del futuro (quello attuale) come città connessa e identificabile in Rete.
Quest’anno, il 6 e il 7 dicembre, c’è #udinesmart, un vero e proprio convegno su due giorni, in vari luoghi della città. Tutti i concetti che ricadono sotto l’ombrello della smart-city, dalla connettività in fibra ottica o in wifi, ai software partecipativi civic media, ai ragionamenti sulle imprese 2.0, sul webgiornalismo e sulla Cittadinanza digitale troveranno luogo e spazio per essere presentati e discussi, nel corso degli eventi convegnistici. Dovrebbe esserci sempre un wifi, quindi su Twitter l’hashtag è proprio #udinesmart.
Anche per quelli che seguiranno lo streaming del venerdì sulla pagina Facebook del Comune di Udine, #udinesmart.
C’è poco da fare: è un momento di edificazione “urbanistica” degli spazi sociali online.
Ogni passo per quanto piccolo in avanti, svela nuove prospettive. Aumenta quello che sappiamo rispetto alle tecnologie e alle pratiche umane permesse da territori connessi, aumentano le idee che vengono, tutte nuove, rispetto a nuove iniziative, nuovi “contenitori” di socialità digitale, di partecipazione civica.
Si costruiscono e si arredano luoghi. Dove chiunque può buttare un occhio, e scoprire iniziative della Pubblica Amministrazione, delle imprese che provano a comprendere il marketing moderno, dei cittadini che utilizzando piattaforme o spazi online pongono l’attenzione sulla qualità dell’abitare, e sul valore di ragionare collaborativamente.
E’ il solito argomento che mi affascina molto, questo della costruzione delle identità web come rappresentazione o ri-modellazione delle collettività territoriali. Identità in progress, che auspicabilmente saranno in grado di narrativizzare sé stesse, sapranno leggersi, e quindi progettarsi (dopo il saper leggere, il saper scrivere) coerentemente con i valori di Abitanza digitali che emergeranno dal calderone delle community civiche.
Una città creativa, innanzitutto, perché stiamo immettendo strumenti rapidi per la diffusione e la condivisione dell’offerta culturale, sperando di riuscire a innescare un processo di promozione sociale.
Come si suol dire, pensando alla smart-city non possiamo non pensare alla smart-community.
Cittadini connessi, semplicemente, e consapevoli delle nuove potenzialità di partecipazione civica.
L’alfabetizzazione informatica e la diffusione delle competenze digitali è buona cosa passino anche per i media tradizionali, proprio per portare strumenti e conoscenze a chi di solito non frequenta la Rete.
Conduco personalmente, sempre come iniziativa riconducibile a #udinesmart, un programma televisivo su Telefriuli, otto “pillole” della durata di sette minuti ciascuna, dal titolo “Non è mai troppo digital”.
Come quello del Maestro Manzi, sì, con cui si è cercato di alfabetizzare l’Italia cinquant’anni fa.
Oggi serve saper maneggiare  anche altre grammatiche, oltre a quelle del linguaggio verbale, orale o scritto.
Oggi c’è la multimedialità, oggi siamo tutti dentro ambienti sociali digitali.
Abbiam vinto anche un premio e-Gov, come Comune di Udine, con il progetto “Nno è mai troppo digital”, 
Il programma va in onda su Telefriuli, uno streaming dovrebbe essere disponibile a questo indirizzo su Udine20. Vediamo per Youtube.

Comune di Udine, bussola della trasparenza

E’ stato resa disponibile dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e la semplificazione la Bussola della Trasparenza, uno strumento che “consente alle pubbliche amministrazioni e ai cittadini di utilizzare strumenti per l’ analisi ed il monitoraggio dei siti web. Il principale obiettivo è di accompagnare le amministrazioni, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali.”
Ho cercato Udine, ma non ottengo risposte, come se il sito non fosse raggiungibile, quando invece lo è alla normale navigazione. Spero questo non sia a causa della nidificazione eccessiva degli indirizzi del sito web del mio Comune (per dire, l’homepage si trova qui http://www.comune.udine.it/opencms/opencms/release/ComuneUdine/index.html)
Ho provato anche a fare un confronto con il Comune di Pordenone, per vedere gli indicatori utilizzati, lo metto qui sotto. Udine è tutta negativa perché non raggiungibile, credo in realtà qualche faccina verde e sorridente l’avrebbe presa anche lei. Riprovo nei prossimi giorni.

A smart life experience. Convegno a Udine

Udine, Piazza Venerio

Friuli Innovazione promuove un evento aperto dedicato al tema della pianificazione urbana intelligente e alla necessità di mettere a fattore comune le esperienze di ricerca più avanzate sviluppate sul territorio. La domotica è un settore nel quale la Regione Friuli Venezia Giulia sta investendo molte risorse e proprio a partire da tre progetti in corso di cui Friuli Innovazione è partner–EasyMob, LAK e Re-Freedom – verrà discusso con istituzioni e portatori di interesse il tema dell’integrazione delle tecnologie disponibili nella pianificazione del territorio nonché dell’importanza di capitalizzare i risultati raggiunti in progetti sperimentali per uno sviluppo industriale che permetta al sistema economico di acquisire nuovi elementi di competitività.

L’evento rappresenta un approccio smart alle sfide del prossimo futuro, evidenziando la necessaria coesione tra tecnologia, governance territoriale e comunicazione efficace. 
Programma
Il programma prevede l’inizio dei lavori alle 9.30 con i saluti del Sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente di Friuli Innovazione Sergio Cecotti e il presidente della CCIAA di Udine Giovanni Da Pozzo.
Seguirà alle 10 un’intervento di Pierluigi Piva,executive partner Gartner Consulting, intervistato da Michele Vianello, direttore di Vega Science Park di Venezia, sul tema “Il futuro intelligente della città”.
Si prosegue, alle 11.30, con un dibattito sul tema “Quanto vale la domotica nello sviluppo sociale ed economico del FVG”, al quale prenderanno parte i due ospiti insieme con il direttore tecnico della Solari Spa di Udine Sabino Sinesi, capofila del progetto EasyMob, il presidente di Snaidero Spa Edi Snaidero, capofila del progetto LAK e, per il progetto Re-Freedom, l’assessore all’innovazione del Comune di Udine Paolo Coppola. Prevista anche la partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia.

Banda ultralarga a Udine

Fonte: www.corrierecomunicazioni.it

Udine spinge sulle Ngn, servizi al via entro l’anno

Firmato un accordo fra il Comune e Telecom Italia: in campo un’architettura Fttc e sfruttamento delle infrastrutture fognarie per la posa dei cavi. Il sindaco Honsell: “Con l’aumento di banda aumentano Pil e posti di lavoro”. Via anche al Mou con Insiel per il superamento del digital divide sul territorio del Friuli Venezia Giulia

Telecom Italia e il Comune di Udine hanno firmato oggi un accordo sulla rete ultrabroadband di nuova generazione in fibra ottica (Ngan) nel territorio comunale, riguardante tecniche che prevedono – grazie all’architettura Fttc (fibra al Cabinet) – di portare a poche centinaia di metri dal cliente la fibra e l’elettronica di ultima generazione.

La rete in fibra sarà realizzata utilizzando al massimo tutte le infrastrutture esistenti e tecniche innovative di scavo che permettono la riduzione dei tempi e dei costi di intervento, garantendo nel contempo un basso impatto ambientale. L’intesa è stata siglata oggi dal Sindaco di Udine Furio Honsell e dal Direttore Strategy di Telecom Italia Oscar Cicchetti.

L’iniziativa si inserisce nel piano nazionale di investimenti sulla fibra di Telecom Italia per la realizzazione della rete NGAN (Next Generation Access Network) che prevede di coprire il 75% della popolazione delle prime 100 città italiane entro i prossimi 30 mesi, dando così un rilevante contributo al conseguimento degli obiettivi posti dall’Agenda Digitale europea.

Già dall’inizio del prossimo anno i cittadini di Udine potranno iniziare ad usufruire di connessioni a larga banda con velocità da 30 ad oltre 50 Megabit al secondo, che rendono molto più performanti gli attuali servizi e abilitano nuove generazioni di applicazioni come i servizi di cloud computing per le imprese e i servizi di città intelligente, quali ad esempio il monitoraggio del territorio, i servizi di sicurezza urbana, il controllo da remoto degli impianti per i servizi pubblici, la gestione del traffico, la valorizzazione dei beni culturali e la teleassistenza domiciliare.

“I dati sono la ricchezza del 21esimo secolo. Investire sulle reti di telecomunicazione è importante come lo è stato investire nelle strade all’inizio del ventesimo secolo – sottolinea il sindaco di Udine Furio Honsell –. Per capire la portata di questo accordo basti pensare che l’Unione Europea ha fissato come obiettivo il raggiungimento dei 30 mega di velocità di connessione entro il 2020, mentre noi andremo molto oltre arrivando a 50 mega entro il 2015. Vari studi dimostrano che con l’aumento della banda di trasmissione aumenta anche il Pil e i posti di lavoro. Questo accordo è una misura concreta che l’amministrazione di Udine mette in campo per contribuire allo sviluppo economico e alla creazione di nuovi posti di lavoro”.

In particolare, per garantire la velocità, la sicurezza ed il minimo impatto ambientale di tutti gli interventi infrastrutturali che verranno effettuati da Telecom Italia, saranno utilizzate le cosiddette “minitrincee”, innovative tecniche di scavo e ripristino del suolo che consentono, grazie a scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità, di ridurre fino all’80% i costi socio ambientali in termini di disagi per i cittadini e per le amministrazioni, del 67% gli incidenti sul lavoro e dell’80% i tempi necessari per la realizzazione di infrastrutture di Tlc.

“Telecom sperimenterà proprio a Udine – spiega l’assessore comunale all’Innovazione Paolo Coppola – una modalità innovativa di stesura della fibra ottica, per la quale saranno utilizzate tutte le reti tecnologiche esistenti nel sottosuolo in modo da limitare i disagi dovuti agli scavi e velocizzare i lavori. L’intervento sarà eseguito, infatti, in accordo con Amga e l’Ato, che garantiranno la disponibilità a utilizzare la rete dell’illuminazione pubblica e quella fognaria. La possibilità di avere accesso a un servizio di connessione di questo tipo – prosegue Coppola – rappresenterà un valore aggiunto fondamentale per il territorio, un vantaggio competitivo strategico per rilanciare l’economia puntando su settori che faranno la differenza per riuscire a superare questa crisi economica”.

Particolarmente significativo sarà l’utilizzo delle infrastrutture fognarie. Si tratta di uno dei primi esempi in Italia di utilizzo, su larga scala, di questa metodologia innovativa, che richiede l’utilizzo di materiali specifici e tecnologie avanzate (mini-tubi blindati speciali, robot telecomandati per ispezioni nei condotti, etc.). Ciò permetterà di evitare più del 65% degli scavi. Inoltre si utilizzeranno anche gli impianti di illuminazione pubblica. L’equipaggiamento delle infrastrutture presenti avverrà con la posa di minitubi e pozzetti dedicati alla fibra ottica, separando la rete elettrica e quella fognaria dalla rete di Tlc in fibra ottica in modo di eliminare ogni interferenza.

“La realizzazione di infrastrutture broadband e ultrabroadband e soprattutto la diffusione dei servizi che esse abilitano – spiega Oscar Cicchetti Direttore Strategy di Telecom Italia – daranno un forte impulso alla crescita economica del territorio udinese e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. La competitività di un sistema territoriale è infatti sempre più legata alla sua capacità di vivere in rete e di sviluppare  i suoi nuovi usi. Per questo motivo Telecom Italia ha aderito con entusiasmo al progetto di Udine. Siamo convinti che attraverso l’impegno concreto delle istituzioni locali, si possano innescare progetti di trasformazione delle infrastrutture e dei servizi che valorizzino le specificità e le potenzialità dei singoli territori”.

Ancora in Friuli Venezia Giulia Telecom Italia ha firmato un Mou con InsieI orientato al superamento del divario digitale in Friuli Venezia Giulia attraverso una disponibilità capillare della larga banda. Nello specifico, l’accordo prevede l’istituzione di un Comitato Tecnico Paritetico tra Insiel e Telecom Italia, che si occuperà di analizzare, valutare e proporre tutte le possibili azioni da intraprendere, in coerenza sia con gli obiettivi del “Programma triennale per lo sviluppo dell’Ict, dell’e-Government e delle infrastrutture telematiche 2012-2014” della Regione Friuli Venezia Giulia, sia con le finalità del programma Ermes per lo sviluppo della banda larga.

Nel rispetto della normativa in materia di concorrenza, il Memorandum of Understanding non ha una natura esclusiva, restando le parti libere di stipulare analoghi accordi con altri soggetti ed altri operatori. Le azioni da intraprendere consentiranno in breve tempo, ad un sempre maggior numero di cittadini, imprese e istituzioni locali, l’accesso alle nuove tecnologie digitali in banda larga.

“Con la firma di oggi prosegue l’impegno della Regione per il superamento del divario digitale – commenta Riccardo Riccardi, assessore regionale alle Infrastrutture – attraverso la diffusione capillare delle infrastrutture di rete e connettività a tutta la comunità del Friuli Venezia Giulia, cittadini ed imprese. Si tratta di un fattore di qualità della vita e di vantaggio competitivo per il Sistema Regione, fondamentale anche per la crescita dell’attuale assetto socio-economico.”

“Questo Memorandum – commenta  Cicchetti – costituisce la base per raggiungere, in tempi brevi e su tutto il territorio del Friuli, l’obiettivo dell’annullamento del digital divide. ‘Internet per tutti’, questo è il primo traguardo indicato dall’Agenda Digitale Europea ed il suo raggiungimento è cruciale soprattutto in regioni che hanno una forte dispersione del tessuto abitativo e di quello produttivo”.

“Insiel intende dedicare il massimo impegno a questo nuovo compito conferitole dalla Regione – aggiunge Sergio Brischi, consigliere delegato Insiel alla Pianificazione Strategica – ben consapevole del ruolo determinante che dovrà svolgere, nell’ambito della sua complessiva missione di motore dell’innovazione tecnologica nel Friuli Venezia Giulia. La banda larga costituirà poi anche un importante fattore per la crescita della nostra azienda”.

Amministrare 2.0

L’Assessore per l’Innovazione di Udine, Paolo Coppola, ha tenuto una relazione al convegno ForumPA di Roma dei giorni scorsi illustrando la tematica “Amministrare 2.0”, sia dal punto di vista della cultura e delle competenze digitali richieste alla “macchina” della Pubblica Amministrazione e ai singoli cittadini, sia mostrando quanto Udine ha fatto finora e intende realizzare in futuro per costruire una vera e concreta comunicazione bi-direzionale tra Comune di Udine (qui l’elenco dei servizi 2.0 attivi sul sito comunale) e cittadinanza.

Punto cruciale del ragionamento pare essere la ricerca di forme di attivazione della partecipazione libera dei cittadini, mettendo a punto dei modelli e dei format di comunicazione che siano semplici e diano soddisfazione – qui si intende mettere l’accento sulle qualità “affettive” di coinvolgimento, quali meccanismi di gamification e risveglio del senso civico – e quindi riescano a suscitare una sorta di enpowerment della comunità locale, muovendo quest’ultima a esprimersi sulle scelte per l’amministrazione del territorio.

Friuli Social Network

Oh, giusto per dire che Hubert Londero, giornalista che lavora per il settimanale “Il Friuli”, mi ha fatto un’intervista di quelle vere, come ai bei tempi, seduti a un tavolo di un bar in centro, dove io sproloquiavo a ruota libera e lui prendeva appunti su un blocnotes. L’argomento è stato “Il dilagare del pensiero platonico in Italia a Padova e Firenze, a seguito della caduta di Costantinopoli del 1452”.
Ok, scherzavo, abbiam parlato di social network e cose umane (troppo umane), pensa tu.
Qui il link per l’articolo sul giornale.

GIOVANIFVG.IT – convegno e workshop a Udine

Domani c’è un convegno alla Fiera di Udine, organizzato dalla Provincia e dalla Regione FVG, per parlare di Cultura digitale, di politiche giovanili, per rilanciare il portale regionale giovanifvg.it.

Trovate qualche informazione su questa pagina, qui e qui il pdf della brochure d’invito (o cliccate sulle immagini sotto).
A me toccherà tenere il discorso iniziale (“Abitare in Rete. Luoghi e narrazioni, socialità e partecipazione delle comunità tecnoterritoriali”) e tirare le fila della giornata, con un breve intervento riassuntivo finale. 
Tratteggerò le caratteristiche del cambiamento culturale indotto dalle ormai-non-più-tanto-nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, proverò a raccontare le nuove forme della socialità digitale, cercando di tener fermo il cardine del discorso sulle nuove potenzialità comunicative offerte dal web ai territori e alle collettività che li abitano.
Si tratta di mostrare a assessori e responsabili delle politiche giovanili regionali le strade già oggi percorribili di un diverso approccio alla progettazione sociale, dove nel costruire ambienti e strumenti e iniziative locali sia possibile tenere da subito in considerazione i comportamenti mediatici delle nuove generazioni, per favorire l’emergere delle dimensioni partecipative offerte dalla Rete e per praticare forme concrete di Cittadinanza digitale.
A seguire, robe di breakdance, video, pittura, spettacoli. Poi Alessio Bertallot al parco del Cormor. Ci vediamo là.

 

PRESI NELLA RETE: COME FAR CENTRO NELLA COMUNICAZIONE

di SABATO 28 MAGGIO 2011
a partire dalle ore 14.30
presso il Centro “Città Fiera” di Torreano di Martignacco – Udine

L’acqua dei rubinetti di Udine è buona, smettete di comprare acqua in bottiglia

Queste qui sopra sono le “analisi dell’acqua” di Udine, secondo gli elementi minerali contenuti. Vengono presi in considerazione anche la presenza di prodotti fitosanitari (derivanti dalle attività agricole) e i parametri microbiologici.
I valori provengono dal sito dell’AMGA di Udine, le rilevazioni vengono effettuate ogni due mesi (molto più spesso rispetto alle acque in commercio) e i risultati vengono regolarmente inviati all’ASL per i controlli.
Mi pare onestamente si tratti di acqua di buona qualità, se non ottima, a giudicare dai riferimenti che ho trovato su questo sito e su questo.
Magari un esperto potrebbe passare di qui e darci un giudizio più circostanziato: quello che posso dire senza smentita è che si tratta di un’acqua decisamente oligominerale (residuo secco), un po’ duretta (F° 25) ma comunque dal contenuto di calcio e magnesio piuttosto basso.
Potrebbe essere commercializzata come acqua oligominerale, a giudicare dai valori simili a quelle che vengono messe in bottiglia e vendute.

Il consiglio è semplice: se bevete l’acqua degli acquedotti di Udine, smettete di comprare bottiglie d’acqua al supermercato.

e-Gov: Il Comune di Udine conversa coi cittadini

Il Comune di Udine mira a un e-government moderno. Trasparenza e semplificazione sono valori imprescindibili, prescritti dalla stessa Legge ministeriale (Bassanini, Stanca, Brunetta… vedi qui) per l’innovazione della PA.
Ma c’è di più, ed è una bella novità: prima di pubblicare il Regolamento, il Comune chiede la partecipazione dei cittadini, per migliorìe e suggerimenti. E’ tutto disponibile sul documento wiki, possiamo iscriverci e lasciare le nostre osservazioni. Mi sembra l’atteggiamento corretto.