List of social networking websites – Wikipedia, the free encyclopedia

Poco male. Tanto non ho nulla da dire di mio (…must be silent), ed inoltre questa attività di “smistatore di informazioni e meme” mi piace molto.
List of social networking websites – Wikipedia, the free encyclopedia
Comprendere un territorio può anche voler dire essere in grado di decodificare, per esempio, la trama dei canali artificiali, la storia secolare dei mulini o dei battiferro, le reti dei trasporti di energia, materia ed informazione, giungendo infine a riconoscere le forme identitarie delle collettività di Abitanti, le scelte urbanistiche o industriali o estetiche, le cosiddette vocazioni del Territorio.
Guardiamo le strade, le connessioni tra i nodi, per scambiare sempre energia materia ed informazioni, quest’ultime sotto forma di idee che viaggiano con le persone e le cose.
Comprendere la qualità degli ambienti online significa saper predisporre buone opportunità per un’esperienza di Socialità in Rete ricca, nutriente.
Ecco un esempio di una progettazione sociale biodigitale (perché cerca di agire sui Luoghi dell’Abitanza sia fisici sia online) per una Pubblica Amministrazione, in particolare per una rete di scuole.
Portale delle scuole ambiente di community
Bozza progettoLa costituzione di un portale web condiviso per scuole coinvolte nel presente progetto di rete, dedicato alle risorse umane e alla cooperazione tra istituzioni scolastiche per lo scambio culturale e l’armonizzazione dei sistemi, richiede per sua natura la progettazione e l’allestimento di uno spazio telematico dedicato in grado di configurarsi come archivio indicizzato di documenti, nonché capace di incentivare la comunicazione diretta tra i partecipanti al progetto mediante l’implementazione di strumenti comunicativi ad hoc quali forum, blog, bacheche, spazi pubblici e privati per la redazione collaborativa di progettazioni e buone prassi scolastiche.
In particolare,il progetto richiede venga posto l’accento sulle tematiche della territorialità, come consapevolezza di un necessario forte radicamento delle iniziative qui descritte al contesto geografico specifico di attuazione, nonché sulle problematiche relative alla dispersione scolastica, ovvero come forma di incentivazione per la popolazione giovanile del territorio alla frequentazione delle scuole e delle iniziative locali, in luoghi fisici oppure online.
Almeno oggi 15 ottobre, dopo lunga pausa, ritorno a scrivere (anche) qui, partecipando al Blog Action Day
Una striscia di Manara, lunga migliaia di anni.
human_timeline.jpg (Immagine JPEG, 15941×261 pixel)
Update: su segnalazione di Maateo, mi accorgo che quei furboni di olandesi han cambiato l’indirizzo dell’immagine, il quale ora in effetti punta su una sanguisuga (che sarei io, perché mi hotlinko ad una loro immagine). Cretini. Cosa dovrei fare, scaricarla e caricarla su un mio server senza dir niente a nessuno, spacciandola per mia idea? O vorrebbero farsi dei soldi… e allora perché non mettono un banner e confidano nei cliccatori annoiati? Mah. Quasi quasi gliela prendo l’immagine, toh. Cliccate qui.
Apertura in via sperimentale di un Istituto Italiano di Cultura all’interno di “Second Life” il mondo online in 3D, virtuale e interattivo
http://www.esteri.it/ita/0_1_01.asp?id=1932
Tutto ciò mi è stato segnalato da Paco dei Sillyphon, che hanno un blog moolto silly comprensivo di jukebox, dove potrete ascoltare alcune loro canzoni.
Tags: style, crowdsourcing
Avviso a tutti gli studenti di Scienze della Comunicazione: preparate e approfondite le vostre conoscenze sulle grammatiche dell’audiovisivo via web, tra poco in Italia ricominciano le campagne elettorali.
AGGIORNAMENTO 22 gennaio : qui si parla proprio di cosa potrebbe succedere nelle campagne prossime future per le elezioni americane.
E di come i guru della comunicazione video hanno fondamentalmente vent’anni.
Tags: tv, hillary, conversazioni
Questo significa che tra qualche anno tutto ciò che ci circonda parlerà (e magari rumorosamente) di sé pescando le informazioni direttamente dalla Rete. Immaginate di essere in un museo, e puntando il cellulare sul codice a corredo delle tele siete subito informati da Wikipedia sulla vita e la storia di quei particolari quadri esposti.
Io voglio gli occhiali tecnologici: intanto mi piacerebbe ci fosse una microvideocamera in una stanghetta, per registrare in audiovideo tutto quello che vedo premendo un bottone o sbattendo quattro volte di fila le palpebre.
Non c’è bisogno di archiviare il video in una memoria flash da 1 tera che conservo sotto l’unghia del mignolo e con la quale comunico via conducibilità elettrica dell’epidermide, mi accontenterei di spedirlo in wireless planetaria su miei spazi pubblici e privati su web.
Eppoi nella lente destra degli occhiali, come Robocop e Terminator, vorrei ricevere in tempo reale via onderadio delle informazioni proprio su quello che sto vedendo, proprio come questa tecnologia dei codici permette di fare già oggi.
Gli anglofoni (come accade in tutte le lingue) hanno formato una parola con un prestito linguistico in questo caso dal latino e hanno dato a questa nuova locuzione il significato di “mezzi di comunicazione”; inizialmente il gioco era più esplicito perché /mass/ faceva ben comprendere il riferimento, ma in ogni caso se parlando intendo dire “mezzi di comunicazione (di massa)” e utilizzo la parola /midia/, sto introducendo un anglicismo nella lingua italiana, perché il significato che intendo veicolare fino alla rappresentazione mentale dei miei interlocutori è quello attribuito dal codice linguistico della lingua inglese, non quello del latino.
Stabilito questo, mi prendo un appunto di un bell’articolo di Robin Good, il quale riporta un aticolo di Henry Jenkins Director del MIT Comparative Media Studies Program, sul profondo intersecarsi storico e sociale di nuove possibilità mediatiche (non scriverò altre righe per spiegare perché /mediatico/ è una nuova parola italiana) e di nuove forme di essere della collettività umana.
Il panorama dei New Media possiede queste caratteristiche:
è innovativo
è convergente
è “everyday”, quotidianamente presente
è appropriativo
è “in network”
è globale
è generazionale
è diseguale
L’esplosione delle nuove tecnologie alla fine del 19° secolo ha portato allo sviluppo di un periodo di auto-coscienza che ora chiamiamo modernismo.
Il Modernismo ha avuto un impatto su tutte le istituzioni esistenti, ha modificato tutte le forme di espressione artistica, ed ha dato vita ad una serie di cambiamenti il cui impatto possiamo notare ancora oggi.
Come il Modernismo anche i new media odierni danno vita a nuovi esperimenti sociali ed estetici. L’antropologo Grant McCracken ha descritto il momento presente come una “plenitude,” culturale rappresentata dalla possibilità di scegliere tra numerose opzioni.
McCracken afferma che la “plenitude” emerge perchè le condizioni culturali sono pronte per il cambiamento. Le tecnologie new media hanno diminuito le barriere di accesso ai mercati culturali mentre le istituzioni tradizionali perdevano la loro influenza.
Il risultato è stato una diversificazione della produzione culturale. Ogni nuova tecnologia promuove diversi utilizzi di sè, ispira risposte estetiche differenti da parte di differenti tipi di comunità di utenti. Queste trasformazioni promuovono nuove espressioni sia da parte del singolo che della collettività.
Interessante questa idea del momento di “plenitudine” (ahh, quanto piace agli americani parlare in latino, avete notato?) in cui stiamo vivendo, una situazione di pienezza potenziale percepibile appena sotto la superficie dell’attuale panorama mediatico mondiale, da cui inesorabilmente discenderanno nuove forme di collettività e nuovi processi sociali, nuovi discorsi con cui gli individui e i gruppi e le organizzazioni esprimeranno sé stessi e la propria idea di mondo, lo sgorgare del senso.
Media: Le Caratteristiche Dell’Universo New Media – Robin Good’s Latest News
er, and then send it off to be developed. When you got it back in a week or so, you had to pull out your 8mm film projector and set it up in front of a big blank white wall or set up a projection screen. Then after threading the film onto the reels through the pr
Tutta la mia generazione, diciamo quelli dai 25 ai 55 anni, ha invece il compito di tracciare il solco delle centuriazioni, ha da essere geometra, e mi vien da dire en passant che il vecchio Platone potrebbe tornarci d’aiuto… Come la scritta sulla porta dell’Accademia: “Non si entra qui se non si è Geometri” fa ben comprendere l’approccio teorico, e infatti non ci sono misurazioni negli Elementi di Euclide, l’altra formula di Platone, “Dio è un perpetuo Geometra”, è senza dubbio a doppio senso, e si riferisce insieme all’ordine del mondo e alla funzione mediatrice del verbo.
Insomma, l’apparizione della geometria in Grecia è la più sfolgorante delle profezie che hanno annunciato il Cristo – Simone Weil, Intuizioni precristiane – oppure il Web, direi io, che comincio a pensare che sia la stessa cosa. Con forse la differenza che il Web è il pensato dell’Umanità, Dio è invece il pensabile, ma visto che non si dà l’uno senza l’altro – a meno di rimuovere questa muffa superficiale di Umanità dalla faccia del pianeta – non ha senso una rappresentazione dualistica, molto meglio considerare pensiero e mondo come stesso identico fenomeno. Si tratta di oggetti pensati: ma quali categorie e sensibilità guidano la percezione e la concezione di questi oggetti? Siamo ancora Umana di un mondo agricolo o industriale? Cosa se ne potrebbe fare Leonardo da Vinci del concetto di Bancomat?
Tra parentesi – così anziché metterle le nomino – vi dirò che devo smetterla di aprire digressioni dentro i post, sennò toccherà inventare i feedRSS specifici per seguire non solo i post, ma anche le digressioni dentro i post.
Moral della morale, la mia generazione di pionieri colonizzatori sta tracciando le prime strade, edificando i primi luoghi pubblici online della collettività, sta conferendo al Grande Cambio Paradigmatico Epocale (dall’invenzione CERN del www in avanti) il significato tutto umano dell’abitare i luoghi, inventare i paesaggi, gestire i territori.
Con quale cultura? Quella del Mondo 0.1, prima delle tecnologie mediatiche (il telegrafo, innanzitutto), che vede ancora il mondo come luogo in cui reperire risorse con scarsa considerazione ambientale e produrre beni, in un’ottica prettamente Industriale? Oppure riusciamo almeno a metterci nella prospettiva post-industriale di un mondo liquido, dove la velocità delle informazioni e l’attenzione ai servizi alla persona concentra l’attenzione sull’immateriale?
La mia generazione è fatta di libri, ha vissuto le sue emozioni più forti (prima dei dodici anni) in un mondo poco o punto popolato da oggetti telematici, e come sempre accade nella storia dei media le nuove possibilità espressive, i nuovi modi per veicolare visioni culturali si nutrono inizialmente dei vocabolari predisposti da media più anziani, ricalcandone i codici comuicativi.
Lo abbiamo visto nel passare dal teatro al cinema, dal cinema alla televisione, dalla televisione a internet: noi siamo quelli dell’ultimo traghetto.
Per quelli sotto i venticinque anni il problema non si pone, loro sono Abitanti autoctoni dei nuovi territori digitali, ci sono nati dentro (grazie all’ecografia anzi sono digitali-zzati prima ancora di nascere) a loro toccherà viverci dentro tutta la vita e cominceranno sensibilmente a divergere da noi, essendo il germoglio di una nuova modalità dell’essere Umana.
Come vorrei poter leggere tra cento anni le pagine di un nuovo filosofo, che ristabilirà il senso profondo dell’EsserCi e dell’aver cura del territorio anche digitale (sì, anche e soprattutto con una comprensione epistemologica profonda della Cultura Tecnologica, caro H. esistenzialista tedesco) e del linguaggio e dei nuovi linguaggi come luoghi di Abitanza.
Noi dobbiamo ri-mediare.
Nel senso di correggere gli errori provocati essenzialmente dalla televisione (non come strumento in sé, ma dalla mancanza di conoscenza e cultura sugli effetti e sulle implicazioni etiche e sociali di un massmedia nato cinquant’anni fa, eppure ad esempio mai raccontato a scuola nelle sue proprietà di modificare il mondo attraverso la modificazione delle credenze e delle opinioni deli Umana… a quanto pare non si ritiene formativo dare agli allievi qualche nozione di grammatica dei media, condurre delle analisi del messaggio televisivo, proporre degli approcci di Media Education, ignorando bellamente il fatto che la formazione dell’identità personale di ognuno di noi è largamente costruita su modelli e valori veicolati da mezzi di comunicazione di massa) e farci consapevolmente carico di questo nostro obbligo storico e generazionale di essere i primi colonizzatori di un Nuovo Mondo che vuole essere narrato e costruito tutto dentro un Nuovo Linguaggio, un Nuovo Media, ovvero il Web, con la consapevolezza di aver a che fare con nuove forme di realtà, costruendo case e strade e piazze per la città che abiteranno i nostri figli, nel Mondo 2.0.