Qualche giorno fa è uscita la prima pubblicazione del 2011, e dentro c’è anche un mio pezzo sulla Cultura digitale e sull’abitare in Rete. La Patrie infatti ospita da qualche tempo degli articoli dedicati al web e alla socialità in Rete, esplorando come la comunità friulanofona nel mondo dia immagine di sé in Internet. Per tutto il 2011 curerò sulla rivista una rubrica intitolata “Licôf”, dove proverò a ragionare spero senza annoiare troppo riguardo le modificazioni socioculturali che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno apportando ai nostri stili di vita.
Io capisco bene il friulano, però lo parlo poco e di questo un po’ mi vergogno (sono uno studioso dei linguaggi, e avere l’opportunità di conoscere un’altra lingua e non praticarla mi sembra davvero uno spreco notevole), e decisamente scriverlo è un “affar serio”, come si dice dalle mie parti, per via della grafia ufficiale della lingua friulana.
Insieme al Dree, e con
Matteo Baldan e Michele Calligaris, mi trovate anche sul blog collettivo
Furlans digjitait furlan, dove vengono riproposti gli articoli relativi alla Cultura digitale pubblicati su La Patrie dal Friûl insieme a molte altre segnalazioni e riflessioni attinenti.
Licôf
Allargare lo sguardo sulla Rete
Giorgio Jannis per La Patrie dal Friûl
Una volta si diceva “navigare” in internet, ma quel verbo oggi non soddisfa più, non è più adeguato. L’idea del web come di un mare da esplorare, di archivi e biblioteche elettroniche come isole da visitare e forse razziare non corrisponde più ai nostri comportamenti odierni.
Noi oggi abitiamo stabilmente in Rete. Lì dentro abbiamo la posta, la banca, il Comune e le imprese, giornali e libri, il cinema e la radio. In quindici anni abbiamo costruito sul web Luoghi di socialità frequentati da milioni di persone, piazze e salotti dove ogni giorno partecipiamo al dibattito pubblico leggendo e commentando quello che altri hanno scritto. Noi stessi produciamo contenuti che poi pubblichiamo nelle nostre nuove case digitali, sui blog e sui social network che frequentiamo.
In Rete ci siamo costruiti un’identità sociale, ritrovato o coltivato affetti e relazioni, abbiamo una reputazione e sappiamo a chi dar fiducia. Esprimiamo liberamente noi stessi nelle conversazioni, e pian piano stiamo diventando consapevoli dei nostri diritti come cittadini digitali.
Questa visione più chiara e leggibile del nostro fare può essere beninteso riferita anche a soggetti ampi come le collettività umane, agli attori sociali e alle comunità locali che grazie alla Rete possiedono oggi strumenti partecipativi aperti e democratici per dare immagine e racconto mediatico del loro concreto abitare sul territorio. Finalmente può emergere una identità sociale realmente polivocale e pluralista, nei nuovi Luoghi del territorio digitale.
Ma se ho delle nuove case da abitare, allora ci vuole un’inaugurazione.
Il licôf come inaugurazione, lo sappiamo, è da intendere come un rituale sociale festoso per “bagnare” con dei brindisi quello che abbiamo creato, quello che prima non c’era. In quella frasca di pino apposta sul tetto delle case appena costruite, ricongiungendo Natura e Cultura, leggiamo in prospettiva mitologie e narrazioni che l’umanità mette in scena per sé stessa, nel suo costruire manufatti e adattare tecnologicamente il territorio alle proprie esigenze insediative.
Con queste pagine espressamente dedicate alla Cultura Tecnologica e Digitale la Patrie dal Friûl inaugura ufficialmente una sezione editoriale che parla di Luoghi web e di socialità online, e questo è un primo licôf. La Patria al contempo sta consolidando i propri Luoghi web, assume in modo sempre più forte e definito identità e connotazione anche nel mondo digitale, e questa può essere considerata una seconda inaugurazione.
Vi è forse spazio per un parallelo: nel mondo fisico il licôf viene festeggiato al momento della costruzione del tetto della casa, ma quest’ultima è ancora lungi dall’essere abitabile, dovendo ancora essere ultimate le strutture interne, gli impianti, l’arredo. Nel mondo digitale, avendo a che fare con oggetti e ambienti immateriali, sappiamo bene che al di là della pubblicazione sempre rivedibile e migliorabile di un sito o di un blog il vero impegno consiste nel mantenimento della comunicazione, per “arredare” in modo sempre più confortevole i Luoghi di socialità web, per immettere nel dialogo pubblico contenuti di qualità.
Questo licôf digitale, segno di un impegno, indica la promessa di un lavoro nel tempo, come nel tempo avviene l’azione dell’abitare, quel mantenere e avere cura dei territori oggi indifferentemente fisici o digitali dove viviamo e esprimiamo noi stessi, nella civile conversazione.