Come dicevo qua e là, ieri ero a Milano. Piergiorgio Odifreddi ha pubblicato un libro per Mondadori, Mondadori ha chiesto a Mafe e Gallizio di organizzare una presentazione pubblica, Mafe e Gallizio hanno invitato una ventina di persone per far domande a Odifreddi, e lì in mezzo, in una sala underground di un albergone di Milano proprio dietro il Duomo, c’ero anch’io.
Il libro di Odifreddi si chiama “Caro Papa, ti scrivo”, gli avevo dato una letta veloce, praticamente Odifreddi riprende degli scritti di Ratzinger di quarantanni fa e anche più recenti, e ribatte punto su punto a tutte le posizioni filosofiche e teologiche là argomentate contrapponendo la propria visione scientifica, le contraddizioni logiche, utilizzando le stesse parole del Papa per mostrare l’assurdità del credere. Questioni filosofiche e teologiche piuttosto approfondite, si scorazza avanti e indietro nei secoli partendo da Pitagora e arrivando all’epistemologia contemporanea, passando per un mucchio di logici medievali, cose di cui parlerei anch’io volentieri con Odifreddi, personcina a modo, spiritosa e chiacchierina, a tuppertù.
Ma molti di quei tipi presenti lì per fare le domande, economisti fisici markettari matematici letterati scienziati e anche uno toh cattolico si sono messi a fare le domande proprio sui contenuti del libro, l’incontro si è trasformato rapidamente in un match filosofico con citazioni e sottili distinguo, esplicitazioni e svisceramenti con Pietro Abelardo e Paul Feyerabend e altri venti pensatori degli ultimi mille anni gettati nella mischia, tutti a misurarselo con Odifreddi per vedere chi ce l’aveva più lungo, lo sguardo, e più larga, la comprensione.
Credo lo stesso Odifreddi si sia rotto le scatole a un certo punto, e abbia cominciato a rispondere un po’ trollando un po’ schivando i contenuti, perché un’ovvia lettura situazionale avrebbe dovuto subito rendere chiaro che il vero contenuto dell’incontro non era quello di imbastire un certamen logico-filosofico sui presupposti scientifici del Vangelo e sulla scientificità della fede religiosa, quanto quello di inquadrare il significato storico attuale di una pubblicazione di un pensatore dichiaratamente ateo che in una sorta di lettera aperta argomentata si contrappone al Papa reazionario e furbetto che oggi siede sul soglio pontificio, incastrandolo anche con fatti di cronaca recenti tipo quello dei casi di pedopornografia negli Stati Uniti.
In un mondo mediatico, in una situazione mediatica (tutto in streaming e #caropapa) progettata e realizzata per fare tamtam mediatico all’oggetto mediatico “Libro di Odifreddi contro il Papa”, il giorno stesso in cui i giornali raccontano come il Papa abbia inaugurato il suo Twitter personale utilizzando un iPad, la FORMA della situazione (il piano dell’espressione, sì) era il vero CONTENUTO di cui bisognava trattare.
Io ci avevo anche provato, durante il giro di tavolo di presentazioni iniziali, a chedergli questa cosa di Twitter, e lui mi ha prevedibilmente risposto dicendo che da sempre la Chiesa usa i massmedia (un conto è però un’enciclica, un conto sono i 140 caratteri di Twitter, gli avrei detto dopo). Bisognava parlare del suo parlare.
Verso la fine il discorso è andato a finire proprio sullo stile con cui negli ultimi anni Odifreddi abita dentro i massmedia, ospite dei talkshow a argomento similreligioso, e sono per fortuna arrivate alcune gustose descrizioni di cose che gli sono successe mentre era ospite da Vespa o da Augias in televisione, coloriture di contesto che hanno contribuito a chiarire (molto più di una disquisizione sulla natura ontologica della transustanziazione dell’Ostia, di cui si dibatte da 1800 anni senza risultato, fondamentalmente perché what cannot be told, must be silent, e la metafisica è cosa futile quindi squisitamente umana) la situazione attuale in italia di una conversazione pubblica riguardante la Chiesa e la religione – volevano censurare una sua battuta a rai3, per dire.
Questo era quello di cui si sarebbe dovuto parlare, imfho, il discorso attuale dell’ateismo e dell’agnosticismo nella realtà sociale italiana e internazionale, la politica della comunicazione della Chiesa, l’opportunità e il destino di una pubblicazione odifreddiana nuovamente e apertamente in contraddizione e nemica della visione cattolica.
Nel corso di quell’incontro dove tutti cercavano di essere logicamente intelligenti, spiritualmente argomentativi, mi ha fatto piacere che Odifreddi stesso abbia accennato al delirio psicopatologico, o al pensiero innescato da droghe psichedeliche, per mostrare come i valori di verità e di realtà del discorso umano scientifico e religioso siano semplicemente (parole mie) piani di narrazione e di autonarrazione, grammatiche storiche e storicizzate, e consapevolezza per lo meno da parte del discorso scientifico del valore ipotetico delle asserzioni, come buona epistemologia ci insegna, come la storia stessa del pensiero umano ci mostra.
E volendo uscire dalla pretesa verità di un discorso logico, quello stesso sottile e capzioso argomentare logicofilosoficoteologico di qualcuno sciocchino lì presente, alla fine mi sono affidato all’arte combinatoria degli anagrammi che tanto mi piace, per la sua capacità di costruire senso laddove nessuno pensa ve ne possa essere, per mostrare una volta di più l’arroganza di chi secoli dopo Cartesio sta ancora a perdere tempo con la metafisica classica (mentre vedo in Odifreddi un pensatore quattrocentesco, per la fiducia nell’Uomo e nella Natura e nella Ragione da indagare partecipando e vivendo, in sintonia, oltre le obsolete posizioni di volontà e logica sempre riconducibili a un Io fondamentalmente mal posto, di sé e della situazione inconsapevole, come quelli che facevano domande intelligentemente stupide).
Allora ho anagrammato “Piergiorgio Odifreddi”, e gli ho letto pubblicamente questa poesiola, che poi gli ho regalato con dedica.
Dio freddo, pigio rigore,
derido frigido ripiego.
Frigido Iddio porgerei,
Iddio oggidì preferirò.
Chissà cosa significa. Però mi fa pensare, mi piace. La favola parla di lui, dalla favola veniamo narrati.
ps: grazie di cuore a Mafe e Gallizio che mi hanno ospitato a Milano, ho rubato connessioni e albicocche dal frigo, mi son lavato i denti con un dentifricio Paperino’s dal sapore improbabile e poi me ne hanno dato uno dal sapore orribile macrobiotico biologico, vino bbuono. Ma preferisco stare in strada al fresco a bere birra al tramonto con amici, Gallizio, che stare al chiuso nel caldone a sudare bevendo vino squisito :)