Archivi autore: Giorgio Jannis

Hey

Aggiungo questo: le due sono israeliane, il pezzo è dei Pixies e tuttora ritengo sia una delle dieci migliori gemme nella categoria /canzone rock/ mai pensate da specie umana. Umana_
Credo finiremo tutti con l’aggiungere al proprio biglietto da visita il karaoke delle proprie canzoni preferite. Ecco il regalo per il prossimo natale ai nipoti: cominciare a produrre materiale audiovideo da lasciare alla loro scoperta, nascosto in internet. Lo zio che ti parla (oppure canta) da dentro il PC.

Sociomusica

Non posso non pubblicare un post sull’argomento di un mio blog precedente.
E per far capire il tono, mettiamo subito una fotina

Sopra, i Searchers, diciamo il 1965.
Sotto i Blur, circa 2000.
E mi viene da pensare all’inglesità, ai vestiti, al lavorìo sulle armonie, ai suoni british, al sentimento di appartenenza “di casta” alla middle-class, ai mods, alla mia adorata Vespa, etc.
Vi racconterò.
Umana_ Armonia_ Forma/formula_

Un contenitore di contenitori

Internet è il futuro, il futuro è internet.

Perché abbiam davanti agli occhi un contenitore capace di contenere tutti gli altri contenitori, ogni media.

E credo che le reazioni del tipo negativo si possano ricondurre all’atteggiamento Amish, a cui può aggiungersi eventualmente l’ala armata del movimento, i Luddisti.

Poi ci saranno gli entusiasti (vi è un dio in loro), e i critici. Però sarebbe interessante porre fin d’ora dei benchmarks, per capire nel 2020 quali cambiamenti d’opinione collettiva e quali cambiamenti nei comportamenti sociali ha provocato l’invenzione della comunicazione planetaria molti-a-molti.

La vedo come un gigantesco scongelamento, di informazioni e credenze e punti di vista e opinioni e idee fino a questo momento bloccate e costrette dentro un’unica mente, oppure una stessa famiglia, oppure una stessa tribù, oppure uno stesso clan, oppure uno stesso popolo oppure dentro una stessa collettività (adlib.).

E’ diminuita la viscosità dell’immaginario collettivo, dell’enciclopedia. Tutto si fluidifica, corre in kbps.

S noteranno idee assolutamente riconducibili solo e soltanto ad una genesi glocale? Saremo in grado di riconoscere la portata d’innovazione di un pensiero nato in una situazione veramente planetaria? Quali stili cognitivi, quali strategie per l’appercezione e l’interpretazionedella realtà nasceranno? Grumi di senso. Nascendo internet, è nato un nuovo pensiero ed un nuovo pensare.

Implicazioni podcast

Nel momento in cui io scrivendo una mail dal client locale al blog pubblico un contenuto audiovideo, sto mettendo un documento dentro il PC di tutti voi, a me connessi feedati con iTunes o quello che volete.

Pubblico un mp3 su un web, rendo pubblico un mp3 via podcast/rss.feed/push technology (è più di pubblicizzo, perché sto già fornendo l’opera, non faccio solo reclame).

Il prossimo podcast che faccio, recito frasi apocalittiche della durata di 20 secondi. Così ogni mattina chi mi ascolta parte la giornata con l’idea della catastrofe prossima ventura.

Sarebbe certo interessante anche fare un notiziario video, della durata di un tre minuti, in cui un mezzobusto (“abbiamo l’ampex?”) dà notizia delle ultime idee pervenute in redazione riguardo i possibili format di un podcast. Un tg in cui si parla di idee per fare tg.

Podcast � la parola dell’anno 2005

Secondo il New Oxford American Dictionary ‘ podcast ‘ merita, infatti, il posto di parola dell’anno 2005. Il termine, che sarà ospitato nella prossima versione on-line del famoso dizionario, viene definito come ‘registrazione digitale di una trasmissione radiofonica o programma simile, resa disponibile su Internet affinché chiunque possa scaricarla e ascoltarla sul proprio un riproduttore audio’.

Ricapitolando

Ricapitolando oggi mi sono accorto che serve un RSS per registrarsi su www.audiocast.it

Allora ho provato con il feed atom, e ciccia. Ho letto di qua e di là, e ho scoperto che mi serviva il feed RSS2.0. Allora mi sono iscritto a FeedBurner, che mi da l’XML giusto.

Così ho fatto un altro rettangolino chicklet e l’ho messo sul blog. Poi ho fatto una prova audio, e ospitando il file mp3 su un mio spazio server ho spedito una mail qui al blog dicendo dove andare a prendersi il link per l’mp3. A quel punto ho aggiunto il mio podcast (tramite il feed RSS2.0) a iTunes, e mi sono sentito il mio audio dal mio blog. Rimaneva il video: prima ho linkato a un .wmv, ma niente. allora ho convertito un .wmv in .mov (con Vegas) e l’ho caricato. funziona. Meglio ancora mi son trovato un programmino (volete il torrent?) ImTOO iPod movieconverter, e ho provato a fare il video in .mp4. Vedremo.

StripBlog

Traggo dal blog di Samuele Silva l’indicazione del primo stripblog. interessantissimo. apre squarci di possibilità.)

http://strip.blog.kataweb.it/

Aggiornamento
Il sito è chiuso: si trattava di una simpatica e bella ragazza, il cui scopo era diventare una blogstar… quindi poneva degli obiettivi, e diceva che se fossero arrivati 50 commenti, si sarebbe spogliata pezzo per pezzo; ma per vedere qualcosa in più, la volta successiva sarebbero stati necessari 200 commenti; e poi 1000, ma praticamente lei era già seminuda in pose conturbanti tipo divetta dei fotoromanzi a metà anni ottanta.
Mi servirebbe la categoria “moderne forme di prostituzione” per archiviare correttamente questo post, ma mi accontenterò di Osceno e Umana.

Generazioni

Scaruffi parla anche di Stati Uniti e risvolti socioantropo.

Qui si parla di generazioni… ve ne è quindi una formata da quelli nati nel primo quarto del ‘900, che vien detta “GI generation”, avendo combattuto nella guerra del soldato semplice (vedi fumetti relativi); in seguito vi è la “silent generation”, quelli nati dal ’25 al ’45 circa, che non riusciranno a esprimere un presidente e caratterizzare la loro epoca, perché dominati prima dai genitori (fino a Bush padre e Reagan) e poi rapidamente soppiantati dai BabyBoomers (nati tra il 1945 e il 1960), che han prodotto Bill Gates e Bill Clinton.

Dal 1960 al ’75/’80, i Generation X… il disprezzo dei padri, l’inutilità come sentimento di vita
Ritengo importante una riflessione su queste caratteristiche generazionali; potrebbero fornire alle generazioni in crescita dei riferimenti migliori per una percezione di sé equilibrata, un puntello per l’edificazione di un sentimento di identità più ricco ed articolato. Senza dover ogni 8 anni reinventarsi il punk e la ribellione e le droghe e la musica rock… ci sarebbero tutte queste cose ugualmente, ma passate attraverso una riflessione, e la considerazione di non essere i primi (se gli adolescenti attuali sapessero quante ne hanno combinate i nonni nei sixities).

Assassinio

Assassinio perfetto, per giunta.

Per lo meno l’arma del delitto era ben pensata. Trattavasi di pagnotta congelata, con cui la vittima è stata ripetutamente colpita al cranio. In seguito la pagnotta pulita è stata abbandonata sul luogo del delitto, dove in capo a un’ora era pane al punto che nessuno sospettava trattarsi appunto dell’arma del delitto.

Ecco.

Con dolcezza

Radiorai, oggi. Parlavano del viaggio in ucraina della condoleeza rice, e delle cose che questa donna senza fondo (guardatela negli occhi: non arrivate più in là della cornea) dice dinanzi a governi ex-est. Come ti riscrivo la Storia sotto gli occhi.

D’un tratto, i nemici diventano alleati, gli alleati nemici, gli USA mettono le mani su un pezzo di terra assai importante nel risiko di inizio millennio (vi ricordo la questione dell’oleodotto attraverso afghanistan, uzbekistan e via per l’occidente) annettendo direttamente l’ucraina alla NATO, saltando quindi l’europa che ultimamente miagola un po’ troppo, e mettendo base militari usaf in tutti questi paesi ex-URSS.

Alla Russia va tutto bene, certi ceceni forse avevan capito qualcosa e han cercato di farlo notare (nel modo sbagliato) e Mosca per rispettare i patti ha messo tutto sotto controllo.

A kiev in questa momento per me c’è un sacco di brutta gente. Armi e droga, soldi per ungere faccendieri più o meno governativi. Sembra la trama di qualsiasi ultimissimo filmillo di hoolywood, con un po’ di azione e i cattivi della CIA/FBI/NSA.

Riprendo poi da Macchianera: Gli Stati Uniti hanno sostenuto scelte difficili nella lotta al terrorismo. Gli interrogatori dei sospetti prelevati in giro per il mondo hanno impedito attentati e salvato vite innocenti in Europa. Non possiamo discutere informazioni che comprometterebbero il successo di operazioni militari, di intelligence e di polizia, ma gli Stati Uniti hanno pienamente rispettato la sovranità degli altri Paesi.

( Condoleezza Rice, 6/12/2005)

Ahia. come dice Neri, qui gli americani fanno quello che vogliono, poi te lo dicono senza neanche troppo preoccuparsi di insaporire la frittata. non mi piacciono gli sbruffoni. E qui si apre il discorso degli Stati Uniti d?Europa, di cui sento parlare.

TAV e Corridoio 5

La faccio breve: questa lungalunga tratta Lisbona-Kiev s’ha da fare. Perché mi pare sia progettazione territoriale sistemica intelligente, capace di ragionare sul lungo periodo, su ampi spazi. Buone premesse per ottimizzazione, e pensare all’EU e non al cortile di casa. All’Italia queste rotte di comunicazione servono per portare qui persone, più che cose: rimango dell’idea che nell’Industria Globale del Tempo Libero del 2050, l’Italia sarà luogo di turismo, culturale ed ambientale.

Cosa vuoi che faccia l’Italia? Qualità. Qualità alla persona, qualità ai servizi. Le peculiarità diventano le unicità, una volta sul mercato: l’Italia (penso all’arte) è in una posizione di monopolio.

Esempio proporzione Venezia:Italia=Italia:Mondo. Venezia sta all’Italia come l’Italia sta al mondo, ecco.

E se deve passare per le Alpi Occidentali, sicuramente deve passare per la Val di Susa. Però le collettività che risiedono su un territorio hanno SEMPRE il diritto di sedersi nella stanza dei bottoni. E questo non è stato fatto.

Qui in Friuli il Corridoio 5 passerà nella BassaFriulana, ma è dai Romani (via Annia, via Fausta, via Julia, via Postumia, e giù fino in Histria) che il territorio cresce organizzandosi intorno a queste vie di comunicazione, quindi l’impatto è meglio “progettabile”. Han chiesto a qualcuno della Bassa? Non so. Lungo l’asse ci sono strutture interportuali, impianti industriali, porti e aeroporti. Potrebbe andare peggio.

La magagna arriva in Venezia Giulia: fate conto che dove c’è la scalinata di Redipuglia, dove ogni anno viene un qualche presidente a rendere omaggio ai militari morti, là il treno dovrebbe girare a dx per scendere verso Trieste, però DENTRO il Carso, per decine di chilometri, scavando gallerie in rocce friabili come grissini secchi (grotte, unicità ambientale, costi esorbitanti economici e d’impatto) e per questo geologicamente famose… tutto per avvicinarsi a Trieste di 20 km, facendo una gran curva per metà undergroud per poi risalire verso Lubiana a nordest. La Commissione Ministeriale per la Valutazione di impatto ambientale ha fermato tutto, ma vedremo.

La cosa più semplice sarebbe uscire dall’Italia con una linea retta, tra Gorizia e il Carso (toh! il Vipacco e le altre valli, da cui è passato Attila e son passati tutti gli invasori dei Romani e i LongoBardi e i Turchi e siamo arrivati fino a Tito e alla Jugoslavia dove andavo a comprare benzina e sigarette da ragazzo) dritti verso Lubiana (peraltro, bella città).

Regole ecoidi

LE 40 REGOLETTE PER SCRIVERE BENE
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o
almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere né scorretti né inutili, perché chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
Forma/formula_

Autopoiesi e regionalità

Credo che l’attribuzione del nome, definitivo ovvero “il migliore” tout court, dei luoghi antropici di questo miserello pianeta dipenda in ultima analisi solamente dalle scelte di quelli che colà ci vivono. Gli Abitanti, appunto. Se parlando con un niuiorchese pronuncio “Nuova York” lui fa bene a riprendermi, e dirmi “Scusa, la mia città si chiama Niu Iorch” in italiano approssimativo o perfetto. O anche in inglese: (io) “Yes, Nuova York really is a very beautiful city” (John Doe) “Hey, just call it New York!”

Viceversa, mi piacerebbe che chiunque dicesse “Venezia” e “Firenze”, proprio così come il suono che sentite voi italiani mentre pronunciate queste parole. Foss’anche papuaso o guatemalteco colui il quale. Io faccio un favore a tutti, tutti mi fanno un favore, ecco.

E allora ascoltando il telegiornale mi sono accorto che vengono utilizzati nomi geografici peculiari per denominare certe zone italiane, estensioni di territorio in qualche modo capaci di fare concetto a parte, per come vengono pensate dalle popolazioni italiane o anche extranazionali.

Ho fatto una ricerca, e ho trovato questi. Per dirla tutta, credo che questi territori vengano rappresentati nella mente dei parlanti come maggiormente aderenti ad un sentire collettivo (rispetto ad esempio a regioni imposte con un tratto di penna), più vicini ad una percezione antropologicamente fondata del proprio spazio vitale, della collettività di appartenenza, dell’orizzonte della mia vita (che per il 90% del tempo vivo/penso nel raggio di 15km da casa mia)

acquese, alcamo, apulia, aspromonte, ausonia, barbagia, belice, bisiacaria, brianza, bruzio, cadore, campidano, campi flegrei, canavese, capitanata (daunia), carnia, carso, casentino, chiana, chianti, cilento, cinque terre, ciociaria, circeo, colli euganei, dolomiti, emilia, etruria, franciacorta, gallura, garfagnana, gargano, insubria, irpinia, japigia, langhe, lessinia, locride, lomellina, lucania, lunigiana, marcesina, maremma, marsica, martesana, matese, metapontino, monferrato, montefeltro, mugello, murge, ogliastra, piceno, presila, polesine, romagna, romandìola, sabina, salento, sannio, sarcidano, sila, slavia, terra di lavoro, tigullio, tuscia, vallagarina, vergante, versilia, vulture

L’estensione dell’Umwelt sociale, lo bolla/spazio in cui ci collochiamo nel pensarci come individui e come collettività dipende certo dalla prospettiva da cui ci guardiamo: vi è differenza tra l’orizzonte di vita di un celebre avvocato a Torino rispetto al povero falegname in una valle dell’Appennino.

Ma il sentimento di abitare, preso in sé, è lo stesso nei due personaggi. Posso esplorare il sentimento di abitanza nella sua formazione culturale, con strumenti adeguati. In questo caso dovendo scegliere un livello di pertinenza dei codici da analizzare, lo sguardo semiotico si pone su oggetti culturali connotati dal loro essere “etichette” geografiche e socioterritoriali, storicamente collocabili, segno di appartenenza, oggetti vissuti talvolta come orgoglio talvolta come onere. Quasi mai territori troppo estesi. Se ne potrebbero raccontare delle belle… quasi quasi pubblico qui un indice ipotetico per un paper, per sviluppo collettivo.

Scrivetemi per cortesia se trovate inesattezze nei nomi, se ne conoscete altri, se avete notizie capaci di caratterizzare un territorio, etc.

Mi chiedo se si può coprire tutta l’italia con i veri nomi dei luoghi dove le persone abitano, nomi dati da loro stessi entro una cornice insieme mentale e territoriale unica come unico è ogni luogo di questo pianeta.