Archivi autore: Giorgio Jannis
Cellulare glocale, e senso di communitas.
A Bill of Rights in Cyberspace
- Abbiamo il diritto di connetterci.
- Abbiamo il diritto di esprimerci.
- Abbiamo il diritto di parlare nella nostra lingua.
- Abbiamo il diritto di riunirci.
- Abbiamo il diritto di agire.
- Abbiamo il diritto di controllare i nostri dati.
- Abbiamo diritto alla nostra identità.
- Ciò che è pubblico è un bene pubblico.
- Internet deve essere costruita e deve funzionare in modo aperto
Jeff Jervis propone degli emendamenti alla Dichiarazione d’Indipendenza del Cyberspazio di Barlow.
Meglio l’Indipendenza.
I libri ci leggono
Qui su Wired.com trovate l’articolo (in inglese), qui sotto metto il video.
Google situazionale
Acqua, treni, km0, fotovoltaico: segnalazioni
Pantalone pagherà
Commedia dell’Arte. Come la Satira, la Commedia è cosa tutta nostra. Tre, quattro secoli di egemonia culturale italiana in tutta Europa, dalle corti rinascimentali alle rappresentazioni per i regnanti francesi, al teatro inglese del Seicento, per tornare a Goldoni e diventare, perdendo le maschere e le acrobazie, l’infinito repertorio compiutamente borghese delle trame e delle situazioni, degli intrecci amorosi, delle complicazioni insolubili e delle soluzioni complicate. E tutti quei personaggi, signora mia, capaci ciascuno di cogliere due o tre caratteristiche al massimo dell’eterna natura umana, il fanfarone la furbetta lo sciocco l’avido l’assennata il lascivo e il brillante, eppure sempre in grado di raccontare su un palcoscenico la grandezza e la miseria in cui ci dibattiamo nell’affannosa ricerca di un senso della Vita, l’Universo e Tutto Quanto.
Insomma, possibile che non si trovino dei Brighella e Arlecchino, una sveglia Colombina capaci di ridicolizzare, smascherare addirittura, questi Pantalone che ammorbano l’italia?
Estremo congedo 2.0 aka Lutto in salsa social
Funeras è il portale dedicato al lutto.
I necrologi con le informazioni sui funerali sono aggiornati quotidianamente.
I defunti , che riposano nel cimitero virtuale, hanno uno spazio riservato alla loro memoria dove parenti,amici e conoscenti condividono il dolore con condoglianze, dediche, messaggi commemorativi, foto e video.
I familiari inoltre possono ringraziare per la partecipazione al lutto e comunicare la data del trigesimo e anniversario in memoria della scomparsa dei loro cari.
Non mi piace punto la locuzione “in salsa social” che talvolta si legge sui media per raccontare qualsiasi sciocchezza riguardi il web attuale. Fisime personali.
Però mi piace Funeras.it. Un portale italiano per i morti, e relativa partecipazione 2.0 al lutto. Oh, mica è il primo, ce ne sono molti, ma questo è italiano e moderno, permette bene interazione con e tra coloro che rimangono..
Ci penserà anche Google, prima o poi, una cosa per i morti e una cosa per i neonati, è impossibile non accada. Basterebbe interfacciarsi con gli uffici anagrafe, se questi buttassero fuori uno straccio di feed ben fatto. Ma anche il magazine digitale cittadino dovrebbe offrire questo servizio, sapere chi (quanti) siamo è la base della self-percezione della comunità locale. Anzi, direi che si tratta proprio di un servizio pubblico, se ne dovrebbe far carico proprio il sito della PA. Cittadinanza digitale, insomma.
Poi le statistiche sarebbero interessanti.
Fino a ieri si misurava, e in italia poi con sua la ritualizzazione estrema dei momenti di passaggio figuriamoci quanta letteratura, la fama di una persona in base al numero di partecipanti al suo funerale, e in seconda battuta con le partecipazioni e le segnalazioni sul quotidiano locale.
Vedremo qui su web chi riesce a superare i mille commenti anche da morto. Voglio le classifiche della mortosfera.
Certo, sarà necessario un controllo a manina su quanto scrivono i familiari e i fans dell’estinto – così scrivono – perché va bene diffamare i vivi e ti chiudo il blog, ma non te la prendere coi morti.
Mi vengono sempre i mente i foglietti di annuncio lutto che nei paesi si vedono ancora attaccati sui muri, nelle bacheche pubbliche e sui pali della luce. Chissà se ci sono nella giurisprudenza dei processi per imbrattamento degli annunci mortuari su carta affissi in giro. Chiaramente lì è più difficile, qui abbiamo l’IP del commentatore, là è tanto se scopri la marca della penna, fatta salva la perizia calligrafica o la flagranza di reato.
Questa qui di Funeras è gente di vicino Padova, sembra. Potrei dire loro di curare maggiormente la grafica, perché quel loro sito lo vedrei bene uguale per vendere olio lubrificante sintetico per motori a due tempi (tempo di Vespa, quasi), solo cambiando le scritte.
Però al sito ci planate sopra e già vi offre i necrologi geotaggati secondo la vostra provenienza geografica, ben fatta.
Saluto qui sotto Clelia, 97 anni, un nome d’altri tempi, le auguro buon viaggio, e che Hermes psicopompo le sia vicino. Non la conoscevo, non conosco i suoi parenti, ma mi è simpatica.
Sto pubblicando una cosa pubblica, con nomi e cognomi, dite che non posso farlo? L’ho trovato qui.
Mi disturba di più quel “scrivi la tua dedica” scritto gigantesco., sembra il fan club di un cantante pop. Sotto coi sinonimi, ragazzi, e stile innanzitutto, nel momento del trapasso. Anche gli sponsor, imprese funebri e marmisti, li terrei un po’ più nascosti.
Le nuove Linee Guida ministeriali per i siti web delle Pubbliche Amministrazioni
Oltre i quattro minuti è prog
Da una citazione di Indie Snob, blog specializzato sui luoghi laghi comuni del mondo musicale, si è arrivati su Friendfeed a un’esplosione di creatività
Cybercensura
Factchecking a Udine, Quintarelli, Canciani e le antenne dei cellulari
Lessig: l’umiltà dei Governi e il rispetto per le nuove generazioni
Il discorso di Lawrence Lessig alla Camera dei Deputati, su La Stampa
… quando ci rendiamo conto che questa guerra che facciamo a Internet è la guerra che facciamo contro ai nostri figli, dobbiamo essere umili e riconoscere che più poniamo vincoli su come loro usano Internet e più loro si oppongono queste restrizioni e in modo sempre più distruttivo. Non possiamo impedire ai nostri ragazzi di essere creativi in un modo in cui noi non eravamo alla loro età, se facciamo ciò allora non faremo altro che renderli, spingerli a diventare pirati. Nel mio Paese i ragazzi vivono in un’era di proibizione, la loro vita la vivono sempre contro la legge e questo è corrisivo, corrode alle basi la democrazia e lo Stato di Diritto.
Fondare arrogantemente la democrazia della Rete
Lessig, più meno letterale: “vi incoraggio a prendere sul serio la rabbia, riconoscere che la vostra presunzione di democrazia non è una presunzione che si tutela da sola. Si può proteggere quest’idea di democrazia se si ascolta la generazione dei nativi, in un dialogo che rispetti questa generazione”.
Comunicazione, informazione e nuove tecnologie
Società della conoscenza a Pordenone
I classici italiani su Google
“Un primo passo importante verso la realizzazione del sogno che ha guidato i fondatori di Google: la creazione di una biblioteca universale”. Così Nikesh Arora, presidente Global Sales Operations and Business Development del gigante di Mountain View, ha definito la neonata cooperazione tra Google Books e il ministero per i Beni e le Attività Culturali. In base all’accordo, presentato oggi nella sede del MiBAC, nei prossimi due anni verranno catalogati e poi digitalizzati circa un milione di libri non coperti da copyright conservati nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze. Un’operazione che consentirà a chiunque nel mondo di accedere alle opere dei più grandi intellettuali, scrittori e scienziati italiani: il tutto a titolo gratuito e senza esclusive, tanto che i testi saranno disponibili anche sui siti web delle biblioteche stesse e su altre piattaforme, come ad esempio quella del progetto Europeana.