I mezzi di comunicazione oggidì al tempo del web conversazionale permettono e sollecitano partecipazione; la partecipazione suscita in noi sentimenti di appartenenza (alle collettività, ai Luoghi), l’appartenenza a sua volta diventa una delle dimensioni della nostra identità personale e sociale.
Con le nuove tecnologie il concetto di Abitanza (e forse anche quello di nazione, da interpretare sempre però in divenire, come flusso e processo) può attagliarsi a realtà non più caratterizzate da riferimenti geografici, da contiguità fisica degli individui e dei gruppi sociali: diventa possibile ad esempio concepire e realizzare forme consistenti di socialità – con annesso scambio di valori, atteggiamenti, competenze – tra persone lontane eppure accomunate da interessi specifici.
Un esempio concreto, e assai interessante per le sue implicazioni quasi antropologiche e per le indicazioni per l’agire futuro, è dato dalle nuove forme di riunificazione mediatica (che poi diventa collaborazione)delle comunità planetariamente diffuse di emigranti con la terra di origine; nel caso del Friuli Venezia Giulia, si tratta di potenziare le reti relazionali che intercorrono tra realtà locali e le comunità dei friulani e giuliani nel mondo.
In particolare, segnalo un convegno intitolato “Lenghis minoritariis, media, emigrazion“, promosso dalla Comunità Collinare del Friuli e dalla Cooperativa di Informazione Friulana, che si terrà oggi, venerdì 14 marzo, a Colonia Caroya in Argentina, città nota per essere stata fondata da popolazioni friulane alla fine dell’800, e dove tuttora si parla correntemente in friulano, perfino attraverso le frequenze delle radio locali (che grazie alla Rete, diventano glocali).
Il convegno potrà essere seguito in videoconferenza su www.friul.tv e in diretta radiofonica su Radio Onde furlane (90.00/90.20 Fm in Friuli, 96.60 Fm Argentina, www.friul.it per lo streaming).
Un NuovoAbitante della prima ora, Luca Peresson, si trova al momento proprio in Argentina, in quanto personalmente coinvolto nel progetto: ecco cosa dice riguardo alle nuove dimensioni della socialità praticabili grazie ai moderni strumenti offerti dal web:
«Un prin cambiament – al sclarìs Luca Peresson, espert di gnovis tecnologjiis e president dal Centri Friûl Lenghe 2000 – al è leât aes pussibilitâts dai gnûfs imprescj: chê di jessi informâts su chel che al sucêt te tiere di origjine (mert di television satelitâr, web, radio on line…), di colaborâ a distance a progjets comuns, di fâ rêt. Parie, i gnûfs mieçs a permetin di inlaçâ contats cu lis secondis e tiercis gjenerazions de emigrazion regjonâl, judant a ripuartâ la lôr atenzion viers la culture e la storie di provenience. No ultin – al zonte –, al è di considerâ ancje cemût che al podarès mudâ il rûl des associazions dai emigrants, se chestis a savaran doprâ lis oportunitâts dai gnûfs mieçs di rivâ in dut il mont».
La citazione è presa dal blog di Andrea Venier, ilFurlanist, dove oltre al programma completo del evento-convegno e delle tematiche dibattute troverete anche dei ragionamenti interessanti sulle implicazioni sociali del “Friuli in Rete”.
perchè dici che la partecipazione in un luogo virtuale sollecita appartenenza? sulla base di cosa lo dici? a naso, mi pare vero alcune volte ma sempre meno in quanto i luoghi virtuali sono sempre di più un luogo praticato e abitato. in altre parole sono un’esperienza sempre più comune e non così straordinaria come poteva essere tempo fa. almeno per la parte più sgamata degli utenti. forse mi sbaglio eh.