L’opposizione posta tra la cultura e la tecnica, tra l’uomo e la macchina, è falsa e senza fondamento; non copre altro che ignoranza o risentimento. Maschera dietro un facile umanismo una realtà ricca in sforzi umani e forze naturali che costituisce il mondo degli oggetti tecnici, mediatori tra la natura e l’uomo.
La cultura si rapporta all’oggetto tecnico come l’uomo allo straniero, quando si fa guidare dalla xenofobia primitiva. Il misoneismo orientato contro le macchine non è tanto odio del nuovo quanto rifiuto di una realtà estranea.
Ora, questo straniero è ancora umano, e il complesso della cultura è ciò che ci permette di riconoscere lo straniero come umano.
Allo stesso modo, la macchina è la straniera in cui si è concreto l’umano, disconosciuto, materializzato, asservito pur restando comunque umano.
La causa principale di alienazione nel mondo contemporaneo sta nel misconoscimento della macchina, che non è alienazione causata dalla macchina, ma dal non riconoscimento della sua natura e della sua essenza, dalla sua assenza dal mondo delle significazioni e dalla sua omissione dalla tavola dei valori e dei concetti che fan parte della cultura.