E’ morto, il tipo che vedete in questa foto con gli occhi attenti di chi guarda come vivono le persone in giro per il pianeta, e con i capelli dritti per il milione di kilometri fatti in Vespa. Un buon narratore, Giorgio Bettinelli, a cui auguro veramente buon viaggio.
Se vi piacciono le narrazioni schiette e curiose di posti esotici, comprate uno dei suoi libri, non rimarrete delusi. Se poi siete vespisti (o comunque dueruotisti, via) *dovete* leggere qualcosa di questo folle con la chitarra che senza saper nemmeno cambiare la corda della frizione del suo PX200 è andato da Roma a Saigon, dall’Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo, in giro per tutta la Cina.
Quando vado in giro con la mia Sprint150 del ’67, per Friulandia e qualche volta Slovenia e Austria, già mi sembra di essere un esploratore ottocentesco, e torno a casa distrutto dopo 150 kilometri di asfalto. Lui nel frattempo attraversava deserti e giungle, salutava sfrizionando bambini indios in Perù o s’innamorava di donne cinesi.
Adesso vado a fare un giretto in Vespa, gli dedico il primo colpo di pedivella e il rombo di quel motore, i pensieri che quel vagabondare fa venire in mente.
Quando vado in giro con la mia Sprint150 del ’67, per Friulandia e qualche volta Slovenia e Austria, già mi sembra di essere un esploratore ottocentesco, e torno a casa distrutto dopo 150 kilometri di asfalto. Lui nel frattempo attraversava deserti e giungle, salutava sfrizionando bambini indios in Perù o s’innamorava di donne cinesi.
Adesso vado a fare un giretto in Vespa, gli dedico il primo colpo di pedivella e il rombo di quel motore, i pensieri che quel vagabondare fa venire in mente.