E temo che per qualche anno ancora gli astutissimi dirigenti di queste case produttrici di reader proveranno a difendere i loro prodotti con contenuti veicolati in formato chiuso e proprietario, poi il primo ragazzino che passa svilupperà un po’ di codice per poter leggere tutto dappertutto, e si arriverà all’interoperabilità. Almeno questa gente imparasse dagli errori del passato, macché.
Qui Tombolini di Simplicissimus racconta della guerra commerciale in atto sugli e-book reader, e ci regala un mucchio di belle idee sul futuro dell’industria culturale. Idee che evidentemente non vengono dal futuro, ma sono già qui ora, ben presenti, nella testa di chi sappia leggere con onestà intellettuale i cambiamenti tecnologici e quindi sociali dei comuni oggetti che arredano la nostra vita.
E al primo che dice “sì, ma vuoi mettere la carta, il profumo dell’inchiostro…”, calci in culo. Anzi no, il modo migliore per combattere il nemico è mettergli in mano un reader con dentro migliaia di libri, dallo schermo meraviglioso per la lettura, connesso magari wifi.
Se quel laudator temporis acti non diventa illico un sostenitore di questo nuovo supporto tecnologico, quella persona potrà leggere quanti libri vuole su carta, ma non capirà mai cos’è la cultura umana e come funziona.