Escludo dal ragionamento gli psicotici, ma per il resto dell’umanità credo fermamente l’ignoranza sia la radice del Male.
Secondo me, tutti sanno di non sapere, ma qui l’umanità si divide in due categorie, quelli che dignitosamente dinanzi ad un argomento sconosciuto tacciono e cercano di imparare, e quelli che timorosi di perdere la faccia, profondamente insicuri di sé, irrigidiscono le proprie posizioni e magari strillano per avere ragione con la forza.
Questo è il peggio del peggio: l’arroganza dell’ignoranza.
Se credo di aver ragione io posso spiegarti perché credo di aver ragione, fondando il mio ragionamento su fatti pubblici documentati di cui sono a conoscenza e posso mostrarti. Tu, arrogante ignorante, non puoi farlo.
Il dialogo si ferma, perché non possiamo opporre una posizione pragmatica a una ideologica.
Da quell’ammasso informe e autocontraddittorio costituito dalle informazioni che passano dentro i media e nelle discussioni con la propria cerchia di conoscenti, ciascuno di noi poi distilla i ragionamenti e i punti di vista che maggiormente confermano la sua visione del mondo. Tranquilli, lo facciamo tutti. Poi il buon senso e la storia stessa delle idee, visto che sono andato a guardare se qualcuno in passato non si sia già fatto le mie domande e abbia compiuto i miei stessi errori, mi suggeriscono di mantenere uno sguardo critico, di tenere vivo il dubbio sulle mie conoscenze e sui modi idiosincratici del mio stesso apprendere, ché spesso siamo bravissimi a farci lo sgambetto da soli.
Quindi il mio comportamento conoscitivo è da molto tempo orientato a cercare di ottenere il maggior numero di informazioni a favore e contro un determinato argomento, per aumentare le probabilità che il mio giudizio sui fatti sia appunto concreto e circostanziato.
Sospendo il giudizio, indago, formulo un’ipotesi che mantengo valida fino a prova contraria. Su, tutti abbiam visto Sherlock Holmes o il Dr.House, o sentito parlare del metodo scientifico.
Il problema è essere sufficientemente onesti con sé stessi da accogliere nel proprio ragionamento anche ciò che mi contraddice, e spesso non è nemmeno questione di onestà, perché la selezione delle informazioni praticata dal mio guardare il mondo avviene senza che io ne sia consapevole.
Ma di certo l’arroganza di voler aver ragione offusca anche il più limpido degli sguardi.
Per questo dicevo di sorvegliare sé stessi, e tenere sempre in fibrillazione proprio le cose che diamo per scontate, quelle che passano in automatico come postulati indiscussi dei nostri ragionamenti.
Questo sembra facile, specie se tra numerosi pilastri che sostengono la nostra cultura personale (la nostra identità a nostri stessi occhi, tutte le cose che abbiamo pensato e pensiamo di noi stessi e del mondo) ce n’è uno che raccomanda di prestare attenzione proprio agli altri pilastri su cui edifichiamo il nostro personale edificio della conoscenza.
Se l’ignorante per definizione possiede una concezione parzialissima della realtà, con i famosi tre concetti in croce che abitano comodamente nella sua testa, dover mettere in dubbio qualcosa di così fondante gli risulterà impossibile, perché è come togliere una gamba a uno sgabello, cade tutta la persona, e questo francamente è insopportabile.
E gli schemi culturali odierni prescrivono che sia meglio tener duro fino alla fine, lottare anche contro l’evidenza, piuttosto che ammettere di essersi sbagliati oppure pronunciare le parole “non ho capito”.
Caso concreto: la massa indifferenziata di nozioni e informazioni che riguardano la presenza di extracomunitari in italia, su cui poi leghisti e razzisti e in generale persone ignoranti fanno leva per costruire slogan trancianti con cui vincere le discussioni, orientare l’opinione pubblica, ottenere il consenso di quelli che preferiscono non farsi domande e che non vanno a controllare i fatti.
Pippo Civati ha messo online un pdf dal titolo “Mandiamoli a casa“, un prontuario di risposte contro il luoghi comuni e i pregiudizi, basato sui dati concreti della realtà sociale italiana.
Quanti sono gli extracomunitari, da dove vengono, il problema della religione, quanto lavorano, quanto delinquono.
Leggiamolo, e poi parliamone. Però basandoci sui fatti.
Bel post. Si capisce che è scritto da una persona colta ed equilibrata. Purtroppo quando gli ignoranti vogliono a tutti i costi la ragione, non vogliono capire, non ascoltano, non vedono i fatti, ma urlano e ripetono 1000 volte la loro versione, come se così facendo diventasse vera. Tu parli di qualcosa, loro ti dicono che hai torto, che sei un idiota, senza nemmeno osare a toccare l’argomento trattato, senza fare almeno finta di sfiorarla la ragione. Poi, insistendo, chiedi loro di dimostrare la validità della loro versione e si mettono a sparare concetti falsi e la provocazione sale alle stelle, quasi a voler ricordare che loro non sono tenuti ad aver ragione, ma a prendersela su base ideologica, solitamente appoggiati subito da altri compari che rafforzano la loro posizione solo insultandoti, ma mai dimostrando che hai torto. Internet ha dato la parola a tutti e in troppi sentono il bisogno di usarla senza sapere che la parola non serve se non descrive qualcosa di concreto. Rinnovo la mia stima in te e condivido al 100% il tuo post. Alessandro