A Udine da qualche settimana si parla molto di antenne per la telefonia. Ne hanno messe un paio un po’ troppo vicino a delle scuole, nel tempo di una mattinata arrivano i tecnici e tirano su un mostro, nessuno nei quartieri ne sa niente, il sindaco Honsell prova a sostenere le ragioni dei cittadini a parole ma poi deve capitolare perché “il Comune ha le mani legate”, ci sono direttive legislative precise che stabiliscono che una volta che i Comuni hanno offerto alle aziende di telefonia le mappe con i luoghi possibili di instalazione delle antenne, parere dell’ARPA favorevole, queste possono procedere senza indugio.
La Regione FVG ci aveva provato a normare meglio la proliferazione selvaggia delle antenne, ma il TAR bocciò l’iniziativa, vinsero le aziende.
Poi oggi sul Messaggero Veneto prende la parola Mario Canciani, noto medico pneumologo, che cavalcando il malcontento popolare (il dottore è anche consigliere comunale di maggioranza a Udine, un po’ di visibilità non fa mai male) sproloquia su risonanze magnetiche effettuate su persone mentre utilizzano un cellulare, la qual cosa non può semplicemente essere possibile, in termini scientifici. Non può essere presente un pezzo di metallo dentro la camera della Risonanza Magnetica, tutto qui, stop. Uscisse i casi di studio, per cortesia.
Di questo serious fact-checking vengo a conoscenza nientemeno che da Stefano Quintarelli, il quale pubblica oggi sul suo blog le parole di Canciani riportate dal Messaggero Veneto, avendo evidentemente a cuore il controllo delle informazioni pseudoscientifiche, spesso utilizzate pro domo di qualcuno, che vengono qua e là affermate con troppa leggerezza.
Siam mica tutti allocchi, qui, ognuno sa un pezzetto di qualcosa e tutti insieme in Rete sappiamo tutto, più di quello che qualsiasi enciclopedia potrà mai riportare.
Il dottor Canciani ha anche un sito professionale dignitoso, adesso vado a segnalargli l’articolo di Quintarelli e vediamo cosa risponde, poi vi faccio sapere.
Per la cronaca: qui non stiamo disquisendo di cellulari sì o no, di inquinamento elettromagnetico… sto parlando di etica comunicativa da adottare nel pronunciare parole ai mezzi stampa da parte di un luminare della medicina, che per il fatto della autorevolezza della fonte vengono magari prese per buone da molti, senza che si inneschi una capacità critica nel recepire l’informazione.
Inoltre: chiaro che personalmente sono anche preoccupato dai livelli di inquinamento elettromagnetico, fondamentalmente perché non sappiamo bene con cosa stiamo giocando e perché come al solito qui si fanno le cose tenendo all’oscuro la cittadinanza, senza utilizzare strumenti per la progettazione partecipata di iniziative comunali, a vantaggio di aziende di cui per principio non mi fido.
In ogni caso, meglio avere molte antenne a bassa emissione, che poche molto potenti.