Anni fa al Cefriel montammo una delle prime lavagne interattive arrivate in Italia. Dopo qualche anno la sostituimmo con uno schermo LED. Non so più nemmeno dove l’abbiamo messa. Sono anni che non la usiamo più.
Una mia amica fa l’insegnante elementare. Mi dice che nei prossimi giorni le daranno una di queste lavagne. In aula non ha WiFi né una connessione fissa. Hanno alcuni PC connessi in rete solo in una stanza della scuola. Però danno loro la lavagna.
Ricordo quando oltre dieci anni fa assistetti ad una riunione con l’allora ministro dell’istruzione Berlinguer che voleva a tutti i costi dare la connessione ad Internet “ai miei insegnanti”. Lo disse con il cuore. E ricordo la penosa risposta di uno dei capitani della nostra industria ICT che ne sapeva meno del ministro e che proponeva come soluzione delle ciofeche inusabili.
Passano gli anni, nulla cambia. Siamo sempre un giro indietro. E lo siamo perché ciò che determina le nostre azioni come paese è un misto di incompetenza, malafede, stupidità e insipienza.
L’ho scritto varie volte e ripetuto anche a Francesco Caio nei giorni scorsi. Per la scuola la priorità è una sola: fibra più WiFi. Dopo parliamo del resto.
Come restare sempre indietro un giro
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Aggiungo solo una cosa: la frase finale “la priorità è una sola: fibra più WiFi” è sacrosanta. Poi le lavagne possono essere realizzate con sistemi artigianali vd. Wiiboard o simili, al costo di 100€ anziché 2000, e vanno promosse iniziative ministeriali per l’acquisto da parte di insegnanti e studenti di ebook reader (diciamo 50€) e di tablet (diciamo 150€). Poi vanno promossi i testi scolastici in formato ebook, fatti bene, non vendendo pdf.
E prima di tutto questo servirebbe una formazione agli insegnanti in grado di renderli banalmente Cittadini digitali, e conseguentemente insegnanti moderni.
Fonte: Alfonso Fuggetta