Un consigliere comunale di Udine area Lega ha scritto frasi becere e razziste sul suo facebook, è nato il caso di cronaca, poi si è pure pentito e ha ammesso lo sbaglio, però a peggiorar la sua situazione – il vero sbaglio – costui aveva prima cancellato i post e commenti su FB, poi ha cancellato tutto il suo profilo.”Luca Dordolo”.
E quindi si ragiona di reputazione.
Mi telefona la redazione di Telefriuli, rispondo a qualche domanda con delle considerazioni sulle dinamiche di questo nostro abitare sociale sul web, poi però la redazione ci costruisce sopra un servizio vero e proprio e lo trasmette al telegiornale delle 19.00, in maniera un po’ piratesca filmo la televisione e metto il video su youtube e qui (casomai lo tolgo).
Qui il testo
“Quando pubblichiamo qualcosa in rete, dobbiamo farlo con la consapevolezza di essere in grado di sostenere commenti e critiche alle nostre affermazioni e tenendo ben presente la dimensione sociale e partecipativa che caratterizza il web moderno, dove tutto è amplificato, anche le conseguenze di ciò che facciamo e diciamo”.Sono parole di Giorgio Jannis, semiologo ed esperto di cultura digitale, che prendendo spunto dalla vicenda che ha visto protagonista il leghista Luca Dordolo e le infelici considerazioni pubblicate sul proprio profilo Facebook, sottolinea l’importanza della cosiddetta web reputation.“I valori che contano nel social web – spiega Jannis – sono molto umani: fiducia, trasparenza, capacità di sostenere un dialogo. Tutto quanto scriviamo può essere legittimamente commentato, criticato, ripreso e riportato altrove, anche in contesti dove può essere usato contro di noi. Con conseguenze tutt’altro che virtuali, che vanno dalla diffamazione alle ripercussioni sul piano della vita sociale quotidiana”.Jannis sottolinea come la reputazione sia un valore sempre esistito nelle comunità sociali, che trova oggi nuove forme di visibilità nei luoghi del web sociale, quello dei social network: basta commettere un errore, dare una risposta sbagliata oppure non tenere presente il contesto del nostro dire, che tutto ciò macchia la considerazione che gli altri hanno di noi. “E le macchie – precisa Jannis – negli ambienti social rimangono ben impresse. Ecco perché la gestione della reputazione è un fronte sui cui oggi molte figure professionali si stanno muovendo, consapevoli della necessità di prendersi cura del proprio abitare in rete”.Quali sono gli errori che più comunemente si commettono frequentando i social network? “Non comprendere bene la dimensione sociale dentro cui le nostre parole cadono –risponde Jannis – confondere lo spazio pubblico con quello privato, non valutare adeguatamente le conseguenze del nostro dire, anche in considerazione del fatto che, in rete, il destinatario potrebbe essere diverso da quello che immaginiamo”.Tutto ciò vale ancora di più per i politici e in generale per i personaggi pubblici. “Devono utilizzare i social media in maniera consapevole, adulta ed educata. Devono insomma avere una postura comunicativa adeguata, che richiede una buona comprensione della grammatica dello strumento”.Quanto a Dordolo, Jannis evidenzia che una riflessione personale lo ha coinvolto e travolto sul piano politico, a conferma di quanto reali possano essere le conseguenze di un commento in ambiente virtuale.“Tutte le pubbliche amministrazioni – conclude Jannis- dovrebbero imparare a padroneggiare questi nuovi strumenti. Noi dobbiamo diventare cittadini digitali migliori ed altrettanto devono fare gli enti pubblici: la battaglia è la stessa”.