Vedo che in giro periodicamente riprendono quota le discussioni sui nativi digitali.
Ne ho parlato spesso. E ho sempre detto che al di là della pochezza della definizione, la questione è serissima, perché i ragazzini di oggi sono veramente gente diversa dalla generazione precedente, cento volte più divergenti di quanto lo sono stato io rispetto ai miei genitori, per essere semplicemente cresciuto immerso in un ambiente cognitivo intessuto di televisione 24/7 e radio in FM e e VHS e videogiochi.
E’ la solita riflessione sul ritmo tecnologico, e sulle ricadute antropologiche. Mi sono stancato di parlarne, dopo quest’ultima dozzina d’anni. Parlerò d’altro, in futuro, perlomeno qui sul mio blog.
Ma il seguente fetta di vita riportata da Axell spiega molto. Spiega che ogni sei mesi che stiamo qui a discutere di puttanatine e moralismi, perdiamo tre anni di vita nostra e loro, tre anni in cui il mondo va avanti di dodici anni, e intanto questi dodicenni abitano il loro mondo, com’è giusto che sia.
Luogo: Autobus 64 – direzione centro storico
Contesto: Scolaresca delle medie in visita (non so dove, forse GAM)
Protagonisti: 3 bimbi, 11/12 anni…
Bimbo 1: Hey, l’avete sentito l’ultimo album di Shakira?
Bimbo 2: No, ma è quella di Vacca Vacca?
Bimbo 3: Ah ah ah… Sì è lei, quella troia che canta Waka Waka.
Bimbo 1: L’ho scaricato con Bittorrent.
Bimbo 2: Mio padre lo usa per scaricare i pornazzi, li ho visti sull’hard disk
Bimbo 3: Per quelli c’è YouPorn… che scarica a fare? Vedi che non capiscono un cazzo i vecchi?
Bimbo 2: Sì, non capiscono un cazzo.
(risata collettiva)