Neanche il tempo di rallegrarci a metà per la mezza liberazione del wifi in italia, e ecco che arriva un’altra cretinata: la regolamentazione delle webtv. Migliaia di persone che parlavano davanti a una webcam, siti come Youtube e altre piattaforme per contenuti user-generated, oppure strutture più organizzate ma non “aziendali” né commerciali che magari cercavano di fare informazione locale, citizen jounalism e “territori eloquenti” bloccati sul nascere a causa dei vincoli strettissimi descritti in questo decreto Romani.
Quel Paolo Romani noto per le articolate vicende delle sue attività imprenditoriali proprio in campo televisivo. Quel Paolo Romani noto per la sua incapacità di comprendere lo spirito della Rete – come nel suo intervento pubblico alla Camera in occasione della lectio magistralis di Lessig – eppure guardacaso efficacissimo nel legiferare contro la Rete stessa.
Dài, che voglio l’italia sia un paese normale come gli altri, dove si smetta di dover lottare contro cretinate, per affrontare i veri problemi (con un doppio turno alla francese, a esempio, o con un proporzionale serio).
Nel frattempo, anche qui, disobbedienza civile.