I dispositivi touch hanno modificato completamente la percezione sociale delle interfacce verso gli ambienti digitali, grazie alla loro trasparenza.
Rimuovendo quell’alone tecnico che ancora purtroppo circonda i computer, fatto di cavi visibili e di mouse e di procedure d’uso pseudoingegneristiche (“avvia il sistema”, “pannello di controllo”, scarsa usabilità per connettere due pezzi di hardware), gli schermi tattili recuperano una certa naturalezza immediata dell’interazione, a tutto vantaggio di una fruizione libera e giocosa.
Dell’iPad già si parla come strumento principe per recuperare alla Cultura digitale le fasce d’età anagraficamente avanzata, permettendo loro di immettere le loro esperienze nella Grande conversazione senza essere costretti ad affrontare curve di apprendimento sull’utilizzo degli strumenti e degli ambienti di connettività personale.
Di converso, cliccando sull’immagine sopra potrete vedere la naturalezza con cui avviene l’interazione di una bambina di due anni e mezzo, certamente cresciuta insieme agli iPhone, con un iPad. Non vi è nessun blocco, nessun diaframma cognitivo, nessuna paura.