Parlandone con Giuseppe e Sergio, promotori, scherzavo sul pettinare i flussi. O distillarli.
Il Luogo si chiama FILTr, ed è in alpha-preview @ bookcafe.net aka G.Granieri.
I singoli redattori delle voci scelgono di trattare un argomento d’attualità, ma aggiungono solo tre righe di contesto, forse mezzo punto di vista personale, e si premurano soprattutto di ancorare bene l’articolo alle fonti e ai luoghi di visibilità e di conversazione sulla notizia.
Gente che abita permanentemente in Rete che lascia una traccia leggera sulla superficie dell’infosfera, per quelli che rientrando alla sera dal lavoro sconnesso vanno online e cercano una panoramica dei temi caldi, un’acconciatura che dia una forma alla massa scomposta dei feed, una pettinata. E un ragionamento, un Filtrouge.
FILtRouge? FILTrOUGE? filTrouge? Vabbè, mi è venuto in mente adesso, il filo rosso.
Che poi credo il fil rouge come concetto (continuità, elemento comune) venga dalla tradizione delle Corderie Reali di Francia, a La Rochelle, dove per secoli si intrecciava la canapa per fare le funi per le navi francesi, e uno dei molti trefoli ritorti che compongono la corda era colorato di rosso, per provarne identità e quindi qualità.
Un aggregatore sensato, forse, in uno spunto di narrazione dove come sempre il lettore viene chiamato a colmare di significati il tutto, seguendo gli indizi sparsi nel testo e fuori dal testo, collegati.
Ma tutti possono inviare link pertinenti e far emergere oasi di significatività: FILTr è una cosa social, c’è una pagina dedicata e un bookmarklet affinché tutti possano pubblicare rapidamente la loro segnalazione, c’è la pagina su Facebook.