Telefoniamoci

Da mesi sono soddisfatto possessore di un Nokia E71. Va tutto bene, se vi piace prendetelo. A me piace la tastiera estesa qwerty, la buona qualità di foto e video, il fatto che il telefono si connetta wifi. Così passo le giornate in giro a scrivere, a fotografare, e appena trovo una rete aperta carico tutto sui blog, su friendfeed, su flickr o dove mi serve.
All’acquisto, già sapevo che per chattare interfacciandomi con le reti GTalk e Skype avrei dovuto usare Fring, a detta di tutti. E infatti va che è una meraviglia. E da qualche settimana stando dentro un wifi telefono agli amici anch’essi sotto copertura, e chiacchieriamo con buona qualità audio senza pagare nulla, perché il telefono utilizza le tecnologie Voice-over-IP appunto di Google o di Skype.

Mi viene in mente ad esempio che nelle Pubbliche Amministrazioni dovrebbero usare VoIP per le comunicazioni interne, e certamente usare il proprio telefono per chiamare il dirigente in altra sede mette molti meno ostacoli psicologici e tecnici alla fruizione del servizio, rispetto al doversi sedere al pc con cuffie e microfono.

Poi oggi la notizia che Fring e Mobilkom Austria hanno raggiunto un accordo, “… This is the first time a leading mobile network operator has integrated an open mobile VoIP communication and mobile internet community into their business, and represents a sea change in traditional mobile carriers and companies such as fring working together”, e si capisce che Golia Mobilkom ha deciso di allearsi con Davide Fring, non potendo combattere contro chi facilmente permette agli utenti di telefonarsi senza spendere soldi.

Ma in italia (e quasi solamente qui) abbiamo il decreto pisanu, che non permette reti wifi aperte. Una cosa sciocca del 2005, che poi il governo prodi ha prorogato fino al 31 dicembre 2008, benché alleggerendone i vincoli. Certo, è un altro segno di spunta da mettere nell’elenco delle cose che non vanno in italia, e si tratta di qualcosa di una certa importanza, visto che entrare nella Società della Conoscenza senza avere libertà di comunicazione è come partecipare alle corse con i piedi legati.
Intanto in giro per l’Europa parlano e si spediscono file in modo gratuito, stringono le maglie delle reti sociali online, lavorano meglio, sviluppano percorsi di partecipazione a iniziative ad esempio legate all’e-democracy, grazie ai cellulari connessi e alle reti wifi libere. Mah.

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