Ma chi sono i partner commerciali di YouTube?
Questa la storia: vedo un bottone nuovo su YouTube Italia, che mi chiede se voglio visualizzare, tra i video più visti, anche quelli dei cosiddetti “partner”. Partner di chi? Di Travaglio, il primo della lista? Dei sistemisti che lavorano sul Tubo?
Senonché, clicco.
E mi compare una lista un tantinello diversa, decisamente popolata di femmine discinte, variamente agghindate e congelate nelle tipiche posizioni esibizioniste, secondo l’iconografia classica dei siti pornelli. Ah, quindi qui si intende “partner” proprio in quel senso.
Procedo nelle indagini. Dal glossario di YouTube, apprendo che “Partner (account type) – There is a page under the channels tab with videos from our major content partners”, quindi quelli che si comprano un account speciale beneficiano di una scorciatoia, grazie alla quale i loro video vengono mostrati per bene in una pagina a sé stante.
E siccome dall’invenzione dei massmedia in qua (ad esempio, vasi greci di duemila e cinquecento anni fa) sappiamo che le cose che riguardano il sesso sono ricercate molto più dei pantografi o delle mongolfiere ad aria calda, ecco che i video con contenuti osé salgono più in alto nelle classifiche generate dai comportamenti degli utenti.
Quindi, ricapitoliamo.
YouTube offre visibilità speciale ai propri partner commerciali, ovvero ai fornitori di contenuti; questi ultimi produrranno senza dubbio cose di vario genere, ma di certo pubblicano anche materiale bollente; i fruitori ovvero i soliti milioni di persone cosa possono fare se non folksonomizzare… e infatti ciò che emerge sono le solite cose che si vedevano sui vasi greci, radunate per bene sulla pagina dei *più visti*.
E perché dico tutto questo? Perché mi stavo costruendo un’idea piuttosto romantica, sdolcinata e eroica di YouTube durante la tempesta che si protende verso il cielo urlando la propria indignazione contro il Fato del pornello dilagante, e invece non solo cominciano a essere migliaia le ragazze che ballano seminude nelle loro camerette di adolescenti più o meno ribelli e spediscono video ripresi con la cam, ma i partner ufficiali stessi di YouTube producono cose pornelle e poi invadono gli spazi, usufruendo anche di canali privilegiati.
Uffa.
Parliamoci chiaro, se voglio vedere video di Adolescent Sex vado su pecorine.net e magari trovo anche scene riprese nei bagni del mio liceo… però il sito si chiama così, ci sarà un motivo, so cosa mi aspetta, se la gente ci va ci sarà un motivo, sennò chiuderebbe.
A me scoccia che tutto questo booty sia anche su YouTube, ecco. Che poi le maestre delle primarie non possono usarlo a scuola, e i genitori fanno una capa tanta ai dirigenti scolastici, i quali poi non capendo niente di educazione alla Cultura Digitale (normale ambiente di crescita dei minori) impediscono ai docenti di aprire dei blog, di fare le foto e i video e le webtv come una scuola elementare seria dovrebbe fare oggidì, per abitare la Rete.
Bravo! Ben detto! Le scuole primarie che usano YouTube per il loro lavoro ci sono, ma sempre con le antenne dritte e, sinceramente, un po’ preoccupate.
Laura
E allora, diamo delle indicazioni:
c’è TeacherTube, dedicato proprio agli insegnanti. Poi ci sarebbe Dschola.it, ma non ho approfondito la ricerca sui video disponibili.
Un social network tutto per video didattici si trova invece su Ning, all’indirizzo videodidattica.ning.