Per questo motivo assume rilievo la dimensione sociale della collettività, la comunità su un territorio di una determinata estensione (secondo le dinamiche degli insediamenti abitativi umani, secondo la percezione antropologica con cui le comunità identificano sé stesse, secondo urbanistica e reti tecnologiche produttive e distributive di beni e servizi) dove poter realizzare la traduzione di un astratto Benessere in concreto Ben-stare, ora e in questo luogo. E anche gli ambienti online sono luoghi abitati, a cui prestare la medesima cura.
Quindi, promozione sociale degli Abitanti tutti ed in particolare per il mondo della scuola, dove vista la necessità etica di preparare le giovani generazioni biodigitali a comprendere e fruire del mondo del 2035, urge provvedere con progettazioni e formazioni specifiche per i docenti: le competenze da acquisire potrebbero essere proprio quelle che li rendono in grado di concepire il TecnoTerritorio e le dinamiche sociali attuali – nei massmedia, in Rete, nel gruppo-classe, nella socialità quotidiana – anche alla luce dei nuovi modelli di comunicazione e di “arredamento” della conoscenza che il software portabile, nonché il social software su Web rendono oggi possibili.
Oltre a fornire effettivamente dei luoghi nuovi in cui poter vivere socialità (ad esempio, un blog per una classe delle superiori docenti compresi) oltre a fornire nuovi contenuti di cui trattare necessariamente in ambiti formativo (sciocca appunto quella scuola che non prepara i ragazzini a comprendere una realtà biodigitale), il web moderno offre soprattutto un intero nuovo linguaggio, in cui poter ri-formulare noi stessi, i modi con cui veniamo coinvolti nelle reti sociali, il nostro stesso dare senso agli accadimenti.
Come prima positiva conseguenza, notiamo come alcune buone prassi maturate in Rete quali la fiducia nella condivisione della Conoscenza e nello scambio interpersonale (vedi la Wikipedia o la filosofia OpenSource) possono riversarsi in questo mondo di atomi, consentendo la nascita di nuove modalità interazionali maggiormente consapevoli delle finalità etiche della partecipazione; si impara dappertutto.
interessante articolo.
Grazie Antonio!