La storia è tanto semplice quanto istruttiva. La crittografia del DVD-HD è stata craccata in no time e viene resa pubblica la chiave di crittazione di tutti gli ultimi film rilasciati in quel formato (09 F9 11 02 9D 74 E3 5B D8 41 56 C5 63 56 88 C0). E fin qui, ordinaria amministrazione.
La storia compare su digg. Gli amministratori ricevono una DMCA Takedown Notice dalle Major di Hollywood e tolgono la storia. Decine di utenti scontenti ripubblicano e vengono tolti. Migliaia di utenti inferociti ripubblicano, e Digg cede.
Il fondatore di Digg dichiara sul blog:
“But now, after seeing hundreds of stories and reading thousands of comments, you’ve made it clear. You’d rather see Digg go down fighting than bow down to a bigger company. We hear you, and effective immediately we won’t delete stories or comments containing the code and will deal with whatever the consequences might be.
If we lose, then what the hell, at least we died trying.”
Applausi, sipario.
Ora, Digg non è l’ultimo blog di periferia. Gestendo milioni di contatti, credo abbiano fatto un pensierino sulle implicazioni e sugli effetti comunicativi della propria politica di pubblicazione.
A quel punto Digg, e il cambiamento di atteggiamento diventa comunicazione politica, ha abbracciato la causa, assumendosene le conseguenze, e forte del sostegno popolare ha indossato i panni di RobinHood/Zorro/Paperinik per lottare contro le potenti corporazioni hollywoodiane, sciocche entità economiche che costruite sopra un pensiero molto unopuntozero pensano di poter bloccare i mille rivoli della comunicazione su web con lo strumento della censura.
Interessante anche la posizione “eroica” esplicitamente assunta da Digg, ammantata patemicamente di orgoglio e temerarietà, espressa sul piano discorsivo dal ricorso al luogo narrativo classico del “se perdiamo, che diavolo, almeno moriremo provandoci”.
Aggiornamento, ore 18.38: se volete, ora c’è anche la canzone “Oh nine, Eff Nine” (però potevano metterci almeno delle immagini statiche sotto, no?)