Cacciatori di rumori perduti
Sul numero di Nòva oggi in edicola un articolo di Michele Fabbri ci racconta una nuova moda nata sul web: internet sta diventanto un archivio dove conservare la memoria del suono. Stanno nascendo molti siti che archiviano voci quotidiane che provengono dal paesaggio.
Cliccando qui potrete per esempio ascoltare il suono emesso da un ciabattino ottuagenario che vive in un paesino delle Dolomiti (ritratto nella foto a sinistra), uno dei tanti casi raccolti dal progetto Acoustic environment in change
Continuando a leggere questo post, invece, troverete i link per raggiungere i migliori siti che si occupano di preservare l’esistenza dei suoni in via di estinzione.
Ascoltare la voce di lavandaie in Vietnam, stazioni ferroviarie o rumori del porto di Vancouver. Ma anche comizi per strada, musica popolare. E ancora, squillo di vecchi telefonini e voci di motori. Ecco tre link da non perdere:
www.quietamerican.org
www.radiantslab.com/musiek/phonography
http://freesound.iua.upf.edu
Quest’ultimo ha una sezione molto interessante: cliccando qui – infatti – potrete ascoltare i suoni e scoprire la posizione geografica di provenienza grazie all’integrazione con Google Hearth.