La prima causa

Siamo troppi. Troppa gente.
Non si può certo fare ecologia (oikos-logos) in queste condizioni.
Proporrei la metà delle persone: potrebbe essere un buon numero.
Trenta milioni in Italia, tre miliardi nel mondo.
La tecnologia ci permette di nutrire tutti, in maniera sana, senza provocare impronte ambientali insostenibili.
Lavorare tutti meno, diciamo 20 ore alla settimana, spendere meno in sciocchezze, e dedicarsi alla cura di sé, spirito mente e corpo, e degli altri.
Dobbiamo essere consapevoli dell’impatto demografico sul pianeta, e lavorare alla sua riduzione:
senza aver soddisfatto questa fondamentale necessità, nessun altro scopo potrà essere realmente raggiunto: non il risanamento degli eco-sistemi, non la pace, non il benessere della persona, non l’affermarsi di una economia più assennata, consapevole ed educata, e per questo motivo perfino molto più benefica e fruttuosa dell’attuale.

3 pensieri su “La prima causa

  1. nicoletta

    Ecco, la mia opinione � che non conta quanti siamo, ma appunto come dici tu, come riusciamo a vivere!!!
    Nicoletta,
    mamma di tre figli

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  2. Solstizio

    no, nicoletta.
    met� del pianeta vive male, con tassi di mortalit� infantile altissimi, in condizioni economiche ridicole, senza dignit�.
    a queste condizioni, non � proprio possibile garantire un’esistenza piena e soddisfacente agli abitanti di Gaia, e la sovrappopolazione del pianeta � una causa innegabile di tutto ci�.
    lo spazio non si estende indefinitivamente, non ci sono risorse enrgetiche ed alimentari per 30 miliardi di persone… l’impronta ecologica di un benestante occidentale, se tale fosse anche per un altro miliardo di persone, sarebbe devastante, ed il sistema mondiale collasserebbe.
    quello che intendo dire � che se nel 2050 (il mondo dei tuoi figli) fossimo sempre in 6 miliardi, staremmo (staranno) tutti molto meglio… questo significa progettare e costruire ORA il futuro delle nuove generazioni.
    ciao

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  3. Anonymous

    Caro Sol,
    onestamente dovrei convincermi di quanto sia “sano” convicersi e convicere le popolazioni pi� povere che il controllo delle nascite � l’unica possibilit� per il mondo futuro.
    Ebbene, non riesco ad accettarlo, che razionalmente, ma emotivamente, soggettivamente, affettivamente dico: ognuno di noi vive nel suo piccolo mondo. Io non avrei potuto fare a meno dei miei figli. Se avessi potuto avrei avuto anche il quarto (e quanto ho pianto perch� non � qui con me).
    Sol! Tutta la razionalit� e ragionevolezza del mondo, crolla quando mi accorgo di essere solo una semplice, piccolissima persona.
    Nico

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